SERENA
Il coraggio è
la capacità di combattere, nonostante la paura
“… E pure sull’infedeltà avrei molto, ma molto da dire.
Nei termini di “slealtà” , “disonestà “ e “opportunismo”,
che sono relativi al senso etico con cui si sta nei rapporti e si prendono
decisioni, non condivido assolutamente questa propensione.
Ma, certamente, riconosco la mia
infedeltà nel senso, anche talvolta doloroso, di mobilità, rifiuto della
staticità e della fissità, intolleranza per il conformismo e le convenzioni e
per tutto ciò che ad esse assomigli, rifiuto categorico di avere una fede se non
nell’essere umano e nella sua possibilità/obbligo di continuare ad evolvere, a
modificarsi nel tempo per raggiungere, il più possibile, la massima espressione
di sé.
In questo senso io sono, anche mio malgrado, infedele,
stramaledettamente infedele.
La strada della fedeltà è lineare
e tracciata da altri. Declina e delega ogni
responsabilità individuale. Richiede esclusivamente abnegazione, adesione,
coinvolgimento più o meno attivo, bisogno di appartenenza.
L’infedeltà, invece, quella
spinta interna che pretende di portarti oltre, di farti trascendere, trapassare
e oltrepassare i limiti e la paura, purtroppo non conduce alla sicurezza, ma
probabilmente alla gioia e alla felicità.
Un tempo, quando ero legata mani,
piedi e anima, ai miei bisogni di sostegno e dipendenza, di appartenenza e
sicurezza, ero fedele fino alla devozione.
E fumavo, ero lagnosa, morivo di gelosia e di paura della
solitudine.
Poi, un giorno, tagliai il cordone ombelicale, strappai la
rete di protezione, ruppi tutte le
stampelle a cui mi ero aggrappata fino ad allora, stabile e infelice.
Mi ritrovai libera, inizialmente
spaesata, e poi padrona di me e delle mie potenzialità, capace di lasciar
morire parti necrotiche della mia vita, potando i rami secchi, per lasciar
posto ai nuovi germogli.
D’altronde, l’autunno uccide il
consunto, per dare, dopo l’apparente
morte invernale e la conseguente rigenerazione,
posto, in primavera, ad un rinnovamento, a nuove fioriture.
Il coraggio è la capacità di combattere, nonostante la
paura.
La forza è la capacità di rialzarsi dopo esser precipitati
giù.
Non sarei stata capace di
oltrepassare i miei limiti, o
anche di imparare a farne risorse, se avessi ceduto alla tentazione, insidiosa
e rassicurante, di accettare pedissequamente e fedelmente i limiti imposti e/o
suggeriti dagli altri, dallo stigma social e dal conformismo..”
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