venerdì 27 settembre 2013

semprePREPOSitivi SARZANA



Chiara
Tutor Campus Semprepositivo 2013…

Amare incondizionatamente
E' stato come tornare indietro nel tempo, in un altra vita, in un'altra veste: la veste che ho sempre detestato.
Ogni bambino, ognuno di loro ha lasciato  un'immagine in me.
A distanza di tempo ormai dall'esperienza del campus estivo, ricordo in modo chiaro le singolari espressioni che spontaneamente mostravano.
Attimi impressi nella mia mente come fotografie. Tutte diverse,tutte ugualmente importanti: dalle smorfie di chi ha riso di gusto per la maggior parte dei giorni, agli sguardi rubati a chi, talvolta, l'unica cosa che gli stava più a cuore era scomparire. Forse per vergogna, forse per timore di non apparire forte come sperava. Forse si sentivano nudi.
Ho ricevuto tanto affetto e una grande carica.
Li ho osservati, uno per uno, sempre. Volevo raggiungere un'obiettivo: non dimenticarmi mai di guardare negli occhi ciascuno di loro. Volevo dare importanza ad ognuno senza che mai nessuno si sentisse escluso. Volevo che fossero certi che  se io ero li per loro, per essere la loro tutor,allora potevano davvero contare su di me. Dovevo esserci. Volevo che mi sentissero, che percepissero il mio desiderio di stargli accanto. Cercavo il loro sguardo per parlargli con gli occhi, spesso ci abbracciavamo cosi. Ho amato i loro pianti, i loro silenzi, le loro paure e i loro sorrisi.
Mi sono impegnata tanto per guadagnare anche solo un decimo della loro fiducia. Con alcuni ci sono riuscita, con altri un pò  meno ma non importa perchè l'unica cosa che mi stava a cuore era fargli capire che li avrei ascoltati in qualunque momento; volevo lasciare che decidessero da soli se e quando cercarmi. 
Quando ero piccola non ho ricevuto la comprensione che desideravo. Dovevo essere come gli altri bambini, giocare sempre, fare nuove amicizie, non c'era scampo: dovevo imparare a fingermi quella che non ero.Tutti troppo occupati a rendermi 'normale' per riuscire a conoscermi. L'ho odiato. volevo essere IO a decidere quando, con chi e se avevo voglia di giocare. Ero timida e non sopportavo chiunque cercasse di cambiarmi. Detestavo le maestre d'asilo quanto il modo che avevano di relazionarsi con me. odiavo sentirmi obbligata. Per questo ho cercato in tutti i modi di far si che  quei meravigliosi bambini non provassero ciò che ho  provato io ma che al contrario si potessero sentir amati per quello che sono. Ho cercato di trasmettergli affetto, tutto l'amore che avevo. Ero felice. Credo nei sorrisi e nei silenzi, nelle parole non dette. Vorrei continuare a stargli vicino, incontrarli è stato magico.
 Io sono perchè noi siamo. Ubuntu.





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