" Narciso, stanco per il lungo andare, si curvo' a bere alla fonte e nelle acque scorse una piacevolissima immagine. "chi e' quella bella persona?" si chiese "Deve essere lo spirito dell'acqua".
Mai Narciso aveva visto un volto piu' attraente: era incantato, incapace di distogliere lo sguardo da quello che in realta' era soltanto il suo riflesso.
" Bella creatura" supplico' "perche' mi sfuggi? Sappi che ogni ninfa dei boschi e dei monti si e' innamorata di me" intanto lacrime didesiderio gli scorrevano lungo le guance e cadevano nell'argenteo pozzo d'acqua, per cui subito l'immagine scomparve.
Non riusciva piu' a distaccarsi dalla fonte e dalla bella creatura che vi dimorava e cosi' trascorse un giorno dopo l'altro chino sull'acqua, godendosi con lo sguardo il proprio riflesso senza capire che era il suo.
Un po' alla volta perdeva il colore, diventava trasparente, era ormai solo una cerea immagine di se stesso, uno schiavo d'amore.
Alla fine Narciso scomparve del tutto e di lui non resto' piu' traccia nel mondo dei viventi; il suo ultimo sguardo, mentre come sempre era chino sull'acqua, fu per la bella immagine che vi scorgeva.
Le ninfe, che per lui avevano perduto il cuore, raccolsero legna e prepararono una pira funebre, sulla quale avrebbero voluto bruciare il corpo come era usanza fare. Ma dei resti di Narciso non si trovo' traccia, a parte un fiore a sei petali con un cuore conico che cresceva sulla sponda della fonte dove Narciso era solito inginocchiarsi.
A quel fiore le ninfe diedero il nome del bellissimo giovane e ancora oggi si chiama narciso.”
Narciso si era , dunque, innamorato della sua immagine riflessa, non riconoscendola come propria.
Spesso l’immagine che abbiamo di noi, sia dal punto di vista corporeo sia dal punto di vista comportamentale e relazionale, dipende dai condizionanti messaggi familiari e sociali, che deformano l’effettiva capacità di autopercezione e consapevolezza di sé.
Solo l’ascolto e la conoscenza di sé rendono capaci di distinguere tra i desideri e le illusioni. In tal modo, diminuisce il rischio che la libertà decisionale finisca per essere fondata sulla ribellione astiosa, o su subdole manipolazioni o sull’incapacità di riconoscere le proprie attitudini e possibilità di miglioramento.
Crescere significa divenire capaci di riconoscere e maneggiare gli strumenti e le opportunità che le circostanze offrono per affrontare positivamente e consapevolmente le diverse fasi dell’esistenza,tenendo presenti valori e finalità ideali, che conferiscano una direzione ed un senso al proprio sentire, pensare, agire e vivere.
Per riuscire a raggiungere queste competenze sono necessari alcuni presupposti, sui quali, via via, possa strutturarsi la personalità e, quindi, le attitudini decisionali, relazionali, professionali.
*Sapersi ascoltare.
ovvero saper fare silenzio di fronte al richiamo della propria voce interiore, primo passo per fare silenzio ed ascoltare attivamente le richieste dell’altro. Ciò comporta che si impari a riconoscere la propria voce interna (il bambino che fu) , che lo si sappia, se necessario, rimproverare, incoraggiare, istruire, coinvolgere, tranquillizzare, sostenere, gratificare.
* Saper delineare un proprio progetto a breve, medio e/o lungo termine.
Definire un proprio progetto , che non abbia come scopo principale il controllo di sé, degli altri o del mondo circostante, ma che nasca dal desiderio di acquisire nuove conoscenze su di sé , sugli altri e sul mondo, mantenendosi pronti ai cambiamenti di direzione eventualmente necessari per la realizzazione. Per far ciò, è essenziale un automonitoraggio costante delle motivazioni, degli scopi , dei costi psicoaffettivi e dei benefici evolutivi che realisticamente possono trarsi dalla realizzazione di quel progetto.
*Saper uscire dal Sé per relazionarsi e condividere in una situazione gruppale.
La capacità di mettersi in gioco , superando la paura, l’intolleranza, il senso di superiorità, la superficialità emozionale, l’astenia, gli imbarazzi e la ossessività è un’abilità essenziale per divenire una persona evoluta, socialmente competente e felice.
“Il gruppo è il luogo dove gli uomini scoprono le differenze delle loro identità individuali e l'uguaglianza di tutti nel vivere allo stesso modo i sentimenti della vita: la radice dell'uguaglianza umana sta nell'identico modo di sentire e riconoscere la gioia, il dolore, la paura, la tensione, la vergogna,l'entusiasmo, etc ...”Masini V., La prima Regola dei Cavalieri di San Valentino,p.32)
* Saper essere indipendente nelle scelte e capace di riequilibrare le proprie energie a prescindere dal momento vissuto e dal contesto.
L’acquisizione dell’autonomia energetica dagli altri, da ciò che si fa e da ciò che si ha consente di essere liberi e di sfuggire ai condizionamenti e alle manipolazioni degli altri (famiglia, amici, partner, ecc).
E’ essenziale che la persona sappia ritrovare in sé l’energia motivazionale, indipendentemente dal contesto circostante. E’ indispensabile che sappia controllare i demotivatori interni ed esterni, ricentrandosi periodicamente su ciò che realmente desidera. In tal senso, la domanda da porsi sarà: “E’ veramente questo ciò che desidero?” e non “Ma che lo faccio a fare?”.
*Saper prendere coscienza della natura dei nodi relazionali che hanno causato e causano lesioni, traumi, ferite, cicatrici nel rapporto con gli altri, con il mondo e con il Sé.
Nel percorso formativo di una persona che vuole essere felice e costruire concretamente il proprio futuro, un passo indispensabile consiste nel guardare in faccia il proprio dolore, i deficit che limitano oggettivamente il raggio d’azione, le situazioni che vanno gestite, ma nonpotranno essere risolte.
E’ l’accettazione delle cose che non si possono cambiare e che caratterizzano la biografia personale, rendendo la persona ciò che è.
E’ la necessità di rispettare e proteggere le parti del Sé vulnerabili, senza esporle esibizionisticamente o ostinatamente o onnipotentemente,, e tantomeno senza negarle o rimuoverle.
*Sapersi assumere la responsabilità del proprio benessere psicofisico.
Agire responsabilmente significa conoscere la concretezza dei risultati delle proprie azioni e delle proprie scelte.
Per diventare adulti è necessario imparare a prendersi cura di sé (rispettando il ritmo sonno/veglia, riconoscendo quando si ha appetito e quando si è sazi,facendo un uso “sano” di sostanze non sane come nicotina, caffè, alcol, evitando di avere rapporti sessuali con partner occasionali , nel caso accadesse, usando profilattici, ecc).
Ovvero, per costruirsi un futuro concreto è indispensabile imparare ad aver cura di sé, della propria sfera psichica, affettiva, relazionale, della gestione della propria salute corporea e, per quanto possibile, di quella economica e fiscale.
*Saper riconoscere le proprie rigidità ideologiche, superandole nel relazionarsi all’altro.
La capacità di liberarsi da consuetudini familiari sclerotizzate, che non rispettano l’evoluzione personale, e di rinunciare a convenzioni sociali o a relazioni affettive/amicali ormai svuotate di significato, rafforza la coscienza di Sé e la propria autostima, la capacità di prendere decisioni valide per la costruzione del Sée, quindi, favorisce l’espansione cognitiva, relazionale e valoriale Indispensabile per poter aspirare ad un futuro felice ed appagante.
Per concludere, si può dire che tali presupposti , pur consolidando il Sé, lo rendono capace di flessibilità e adattamento, di attenzione e capacità di definire un piano progettuale, attraverso un accurato studio di fattibilità , che tenga conto di attitudini, contesto, volontà di impegnarsi ed eventi imprevisti.
In questo modo, ogni desiderio sarà il prodotto della coscienza del proprio modo di essere ed apparire nel rapporto con gli altri, con il mondo e con il Sé.
BIBLIOGRAFIA
MASINI V., (1997), La prima regola dei Cavalieri di San Valentino.
MASINI V., (2001) Dalle Emozioni ai Sentimenti, Prevenire &’ possibile.
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