sabato 28 aprile 2012

3... 4... 5... E COUNSELING AUTOBIOGRAFICO,OVVERO UNA AUTOBIOGRAFIA QUOTIDIANA

Neva Biagiotti




Le EMOZIONI

COL GREMBIULE

A QUADRETTI


 

Oggi i nostri bambini e le nostre bambine hanno dimestichezza fin da piccoli con le nuove tecnologie e si avvicinano con facilità a cose di cui noi adulti a volte abbiamo acquisito capacità d’uso con difficoltà e tempo: usano meglio degli adulti giochi elettronici e il computer, come se avessero spiccate attitudini all’elettronica.
In questo frangente mi viene sempre da lodare la potenza, non elettronica certamente, del materiale povero, del materiale di recupero, perché l’armonia delle offerte formative è importante, perché testare le proprie capacità in tante direzioni diverse è funzionale allo sviluppo delle risorse di ognuno, perché bambini e bambine hanno bisogno del concreto che permette l’esperienza diretta, assolutamente personale. Quale grande mezzo equilibratore diventa rispetto al già costruito, al già pronto: bambini e bambine con colla e forbicine, carte colorate, rotolini di cartone, scatoline e quanto altro si può raccogliere, diventano protagonisti del loro fare, mostrano orgogliosi le loro creazioni, i loro assemblamenti densi di significato e di progettualità, vere e proprie sperimentazioni e realizzazioni di progetti che l’uso della colla rende stabili, solidi, socializzabili con la narrazione. A volte chiedono il parere dell’adulto per aggiungere cose, per cercarne insieme altre che parrebbero fare al caso loro perchè stanno seguendo una loro traccia di intenzionalità e previsione. E la soddisfazione di fare da soli, di essere autonomi e pieni di potenzialità, creatori, diventa l’input per percorsi di maggior sicurezza in se stessi, di coscienza delle proprie possibilità: fa crescere l’autostima il punteggio alla play station, ma come fa brillare gli occhi il guardare la propria costruzione... è un “Ho fatto tutto da solo! Volevo fare proprio questo! Ce l’ho fatta!”.
La loro autobiografia quotidiana si accresce con un bel “guarda cosa ho fatto!”, col prodotto finito si aggiunge un gradino  alla loro crescita che migliora la fiducia nelle proprie possibilità. E questo vale per l’uso individuale e ad ogni età, perché ognuno modulerà l’uso in relazione ad essa, dai primi pezzetti di carta colorata incollati sul foglio, dalla scoperta della potenzialità della colla stessa quale elemento fissatore, delle forbicine o dello strappare per ottenere quello che serve nella prosecuzione del lavoro, si va alla scoperta di tanti saper  fare che permettono di essere attori del proprio essere a scuola o a casa.
Ho visto fare altalene dondolanti con le anime della carte da cucina e gli avanzi di lana passati dentro, libriccini con avanzi asimmetrici di cartoncino che poi l’adulto viene interpellato per spillare, figure umane o animaletti con sassolini e pezzetti di legno raccolti in cortile e tanti altri oggetti diversi, e tante creazioni ancora  a cui a volte non sanno dare un nome, ma ti descrivono e ti spiegano con accuratezza con dei “vedi.. è un cosino... fa così...vedi: pam!... e fa così...”
E intanto alzano gli occhietti e controllano se ascolti, se stai attenta, se hai capito bene e se apprezzi l’opera: incontrano il tuo interesse e la tua attenzione, e la loro soddisfazione è grande.
Molto spesso nascono delle attività spontanee allargate ad altri o altre: a volte il bambino , la bambina indaffarati attirano l’attenzione, qualcuno si ferma ad osservare, chiede cosa sta facendo, cos’è, e  magari viene invitato ad aiutare e allora abbiamo l’unione di forze che può anche espandersi ad altri ancora. Bambini e bambine uniscono spontaneamente le loro forze, uniscono la loro progettualità, verificano percorsi nella realizzazione,  sperimentano ciò che è fattibile e quello che non è fattibile, ciò che sta in equilibrio e ciò che cade, articolano l’opera con possibilità da verificare sul campo e sono i “facciamo che.... ci mettiamo...” detti con la mimica facciale della scoperta, dell’entusiasmo da trasmettere ad altri, dell’invogliare ad andare oltre . La loro autobiografia si arricchisce di risorse di accoglienza, cooperazione, flessibilità.... e di quanta flessibilità, creatività, autostima avranno bisogno in questo mondo così mutevole ed accelerato? Attualmente viviamo in una realtà di banche-dati, ma forniremo ottime occasioni di crescita con l’uso delle banche-cose ovvero i contenitori dove possono essere trovati pezzetti di materiale recuperato per costruire; questi contenitori di cose varie permettono il rispetto dei tempi e dei modi dei piccoli, permettono la partenza di processi educativi e di crescita dal concreto, il piano necessario per apprendimenti futuri. Quel contenitore diventa una risorsa, uno stimolo per la ricerca mirata di quello che serve, o per quel ritrovamento casuale  che si esplica nel riconoscimento di qualcosa che può andar bene per la propria attività costruttiva: c’è l’armonia di concreto e creazione.
E per i più piccolini c’è sempre qualcosa che attrae lo sguardo: scelgono,  prendono, inventano un nuovo uso, un nuovo gioco che li riempie di soddisfazione e attenzione perchè giocano con una loro creazione ludica.
Il materiale di recupero entra nella quotidianità scolastica e nel gioco dei bambini e delle bambine limitando il gettare via involucri di cartone, pezzetti di carta o cartoncino colorati, scarti recuperati da precedenti attività di ritaglio, riviste con immagini, avanzi di carte particolari che possono attrarre e piacere, contenitori e scatoline di diverse dimensioni e forme, materiali del cortile, materiali raccolti durante una passeggiata e quanto altro: a volte se è in corso un progetto del gruppo, la raccolta si avvale dell’aiuto della famiglia per avere il materiale specifico occorrente per l’avvio della costruzione, soprattutto in progetti di tipo teatrale per gli scenari e l’oggettistica occorrente per lo spettacolo.
Bambini e bambine devono vivere nel loro tempo certamente, ma non ci dobbiamo mai dimenticare quanto sia importante per una crescita armonica essere protagonisti e acquisire consapevolezza delle proprie risorse nel percorso di crescita: partiamo da carte assai morbide, facilmente manipolabili e poi è naturale per i bambini e le bambine osservare, prendere, strappare e stropicciare, modellare palline di carta e altro ancora. Con l’aiuto poi di colla, basi di cartone recuperato, forbici che aiutano a preparare il materiale occorrente, incolliamo i primi pezzettini alla scoperta delle possibilità delle manine e di tutto il resto, permettendo di sperimentare dal concreto e dall’essenziale. Tutto questo ha inoltre una valenza ecologica molto importante: formiamo fin dalla più tenera età a valutare se gettare o no, a riflettere su nuovi usi del materiale di scarto e  intanto gettiamo il seme di quella flessibilità ecologica così preziosa per la salvezza di un mondo di tutti, da usare senza dannosi e controproducenti “mordi e fuggi”.

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