venerdì 9 marzo 2012

ALLE RADICI DELLA LIBERTA'

AUTOBIOGRAFIA E CRESCITA PERSONALE
cARMELA mANTEGNA
 
 

il concetto di libertà
La libertà è la facoltà dell’uomo di orientare responsabilmente le proprie scelte verso il bene in vista della propria felicità e della realizzazione di sé.
E’ la facoltà mediante la quale l’uomo determina se stesso ad agire in vista del raggiungimento degli scopi che si è prefisso.
E’ l’apertura alla relazione-dipendenza con Dio Creatore e alla relazione con le creature.
E’ risposta responsabile, prudente, pensata, agita e scelta interiormente e consapevole, alle varie situazioni della vita. La libertà nei suoi aspetti fondanti è autopossesso, inteso come soggettività consapevole, come esercizio della propria volontà, come assunzione personale di un codice morale, come capacità di dare un senso sempre più alto alla propria vita, come disposizione a trascendersi.
E’ capacità di emettere giudizi personali alla luce della verità.
E’ impegno personale e consapevole a perseguire tutto ciò che è vero e buono. Nell’atto libero, nell’esercizio della propria libertà l’io diventa consapevole di se stesso come causa in senso vero e proprio delle proprie azioni. S. Tommaso usa una formula filosoficamente assai audace quando insegna che l’uomo libero è causa sui non nel senso che è causa del suo esserci, ma nel senso che mediante i propri atti configura se stesso.
che cosa si intende per libertà interiore
E’ padronanza di se stessi, conquista dell’autonomia che permette di vivere in maniera responsabile.
 E’ diventare sempre più se stessi, sviluppare la propria identità attraverso il compimento dei propri doveri.
 E’ una libertà che chiede impegno. E’ scoperta del significato della vita attraverso l’esercizio di una libertà da ogni forma di schiavitù e compromesso e di una libertà per l’amore, la conoscenza, l’azione per una scelta della vita.


quali sono i principali ostacoli interni che condizionano l’esercizio della libertà e come si possono superare
La persona è veramente libera nella misura in cui le sue scelte non limitano la sua libertà. Il primo impedimento interno all’esercizio della libertà è l’uso sbagliato della libertà stessa, quando essa è utilizzata in maniera  inconsapevole, incondizionata ed è considerata come un fine assoluto e non  come un mezzo. In questo caso, l’uomo diventa  paradossalmente schiavo della sua stessa libertà, non è lui che sceglie, ma è scelto dalle cose, dalle situazioni e perde il timone della sua vita. Perde il senso del limite. Perde se stesso. La perdita di sé crea in lui ostacoli ancora più laceranti: egli non sa più come e cosa scegliere, non distingue più la frontiera tra il bene e il male, perché è solo l’io che comanda, egli non ha più dei limiti di fronte ad una libertà impazzita e sganciata dalla verità, non riesce più a situarsi nell’essere come soggetto pensante ed agente in maniera razionale e responsabile.


L’uomo può superare gli ostacoli interni che condizionano l’esercizio della sua libertà, innanzitutto, attraverso la presa di coscienza dei suoi limiti e la loro accettazione che non è rassegnazione ma presa in carico di sé, cura di quelle quote del sé che sono cresciute senza la guida della ragione e della volontà, restituendo alla  sua libertà la sua verità più autentica che è responsabilità, dominio di sé, amore per la vita, capacità di scegliere, agere contra naturam, a volte, nella certezza che solo  nella verità si è veramente liberi e solo nella libertà si è veramente veri. Gli ostacoli interni possono diventare spazio di crescita e di cambiamento, un kairos, un tempo di grazia, l’ora stellare, come direbbe il teologo Rahner, perché la legge naturale umana iscritta in ogni uomo porta in sé un progetto di salvezza e di felicità.

    LIBERTA' E AUTORITA'
Il termine Autorità deriva dal latino "augeo", aumentare, far crescere. Nell’antica Roma  l’"auctoritas" indicava la capacità di far crescere una persona ed “auctor” era il soggetto in  grado di promuovere la crescita di qualcuno .
L'autorità rappresenta, pertanto, la forza necessaria per aumentare, promuovere e far espandere  la libertà di una persona. In ogni  processo educativo lo scopo  dell'autorità è favorire la crescita dei soggetti in formazione.

autorità-prestigio
Non può darsi autorità educativa senza prestigio. Non si può promuovere la crescita di qualcuno senza far crescere, innalzare la stima di sé davanti agli occhi della persona che stiamo accompagnando nel suo processo formativo. L'esercizio dell'autorità educativa richiede prestigio, fondato sul ben-essere personale e sul ben-fare personale. I genitori, gli educatori crescono insieme ai figli, insiemi agli educandi.  I genitori crescono (o diminuiscono) di prestigio con il loro modo di essere, di lavorare, di RELAZIONARSI. Un sano ottimismo, l’amore per la propria professione, la spontaneità, il dialogo, la fiducia, la dolcezza, la spontaneità, fare pace in se stessi sono l’espressione più alta  dell’ auctoritas"- prestigio.  

 autorità-servizio
L’autorità non è comando, direttività, controllo, prevaricazione, ma servizio, cura dell’altro, accoglienza della persona, presa in carico della crescita della persona, senza alcuna pretesa di agire, scegliere o decidere al suo posto. E’ fare un pezzetto di strada con lei, sostenerla, orientarla, e-ducere la sua libertà, amarla e lasciarla libera, aiutarla a diventare sempre più se stessa.

autoritarismo
L’autoritarismo non è educazione ma ammaestramento, perché non aumenta, non fa crescere, ma diminuisce la persona, non sollecita una risposta libera, ma favorisce  la menzogna, non suscita l’obbedienza accogliente e consapevole, ma la sottomissione alimentata  dalla paura  e dalla coercizione. L’autoritarismo è l’autorità fine a se stessa in quanto  sostituisce al prestigio la forza e il potere, al dialogo aperto le punizioni.

permissivismo
Sia l’autoritarismo che il permissivismo sono espressioni dell’incapacità dell’adulto ad affrontare un rapporto autentico con l’educando.
Il permissivismo è legittimare ogni forma di comportamento, in una totale mancanza di regole e di controllo. Di conseguenza, non offrendo strumenti per affrontare le inevitabili difficoltà della vita, i figli, i ragazzi in crescita non si abituano ad usare strategie utili per superarle: strategie e strumenti derivano dal possesso di autonomie personali e sociali, dall’abitudine all’ordine e al rispetto verso gli altri. Se l’autoritarismo genera rabbia repressa, desiderio di ribellione e disprezzo dell’autorità, il permissivismo genera scarsa considerazione per gli altri e per la vita sociale, insoddisfazione continua, chiusura in se stessi, mancanza di motivazioni esistenziali, incapacità di affrontare i problemi una volta al cospetto della vita reale al di fuori della famiglia.


La libertà quando comincia a mettere radici è una pianta di rapida crescita
(George Washington )
 

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