
LA SOLITUDINE DELL’ETÀ INDIFESA
Che cos’è la solitudine? Molti di noi immersi nel caos della città sognano, almeno una volta, di provare a cogliere il piacere di essere soli. Camminare nel silenzio della notte per strade deserte, senza meta, senza paura, un passo dopo l’altro, un sogno di fresco, l’incanto di quel cielo stellato, lontano dalla consueta lotta con il traffico, dal progresso e dalla tecnologia a cui non siamo in grado di tenere il passo.
Ma di rimando ecco la sofferta solitudine dell’età indifesa, troppo spesso privata della tenerezza della giovinezza, una vecchiaia abbandonata che non trova comprensione nell’inquietudine dei giovani.
Anziani che hanno compiuto appieno la loro parte in questa società, ora soli, abbandonati, privi di conforto, a volte vogliosi di raccontare il loro passato alle nuove generazioni. Ma chi non è più utile a questa società viene messo da parte impietosamente anziché essere ascoltato per le sue esperienze di vita che, in alcuni casi, potrebbero evitarci qualche sofferenza.
Forse non c’è uomo che non desideri di stare un po’ solo e riflettere su quello che è stato e progettare il futuro, non c’è religioso che non speri di ascoltare più direttamente la voce di Dio raccolto nel proprio silenzio.
Non c’è donna che non sogni in angolo magico senza menage, senza trucco, senza impegni ed abbandonarsi nella riscoperta di sé, amica della propria immagine.
Scoppiano in questi casi tragedie private e collettive, i grandi mali dell’evasione e della violenza.
Ancora oggi l’uomo è in cerca della strada che porta alla felicità.
Marzio
20 Febbraio 2012
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