martedì 10 gennaio 2012

RESTERO’ SENZA CASA
 (Counseling Autobiografico On  Line)

 
 Carmela Mantegna
  
 
Scrive una giovane donna nella sua autobiografia: ”Mia madre non mi voleva e non mi allattò neanche per un giorno.”. E poi conclude :”sono cresciuta senza la prima casa: l’utero materno .  Resterò senza casa”

Certamente, l’utero è l’archetipo della casa, la casa delle case, la prima dimora nella quale dobbiamo vivere la pienezza dell’accoglienza.

Vivere la consapevolezza di non essere stati voluti, attesi, accolti, amati non significa, tuttavia, convincersi che non ci saranno più per noi altre case, altri luoghi dove possiamo essere generati a vita nuova.

Rivisitare il passato significa anche esorcizzare quella idea sbagliata che esso determini il presente in maniera irreversibile.

I ricordi possono essere rivisti, interpretati in diversi modi.

Spesso, i condizionamenti sociali (senza escludere gli auto-condizionamenti come questo sentenziare di questa giovane donna : Resterò senza casa ) ci fanno ricordare alcune cose piuttosto che altre, o interpretarle in un modo piuttosto che un altro, per cui, ad esempio, posso ricordare le sicurezze di un genitore piuttosto che le sue debolezze per rispettare il principio di autorità o di obbedienza, che, nella nostra società, è necessario venerare nei rapporti parentali.

Ma, nonostante queste censure sociali e personali, rimane il fatto che la mia coscienza, il mio io può dare un numero infinito di interpretazioni dei miei ricordi nella misura in cui io rileggo il mio passato per aprirmi al futuro.

Piuttosto che censurare esperienze passate spiacevoli, dobbiamo imparare ad interpretarle correttamente per dare un orientamento più maturo alla nostra vita.

E’ la luce della maturità psicologica che impreziosisce l’apparente povertà della vita. 

 
 

 "La casa è quel posto dove, quando ci andate, vi accolgono sempre"

(Robert Frost)

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