mercoledì 28 dicembre 2011

Piccola autobiografia di Marzio



Sono nato in un paesino dell’Umbria dove ho trascorso la mia fanciullezza e
in cui i miei genitori facevano i contadini.
 
I miei, anche se persone semplici, mi hanno trasmesso il valore della onestà e del rispetto per gli altri.

La mia prima esperienza scolastica l’ho vissuta nella scuola del paese e ricordo con affetto la mia maestra, che era una suora, Suor Anna  Rosa.
Ricordo quando cercava di spiegarmi il funzionamento della bussola, tirando fuori dalla tasca del grande vestito, un orologio a catena, usandolo come tale.

Un altro piacevole ricordo riguarda la scuola media inferiore,  quando nel confidare al Professore di Italiano che facevamo ginnastica insieme alle “femmine”, allora le classi erano rigorosamente maschili e femminili, lui guardandoci in cagnesco, ci riprendeva dicendo: “Quando usate il termine femmina e maschio, vi state riferendo agli animali, per gli umani, dovete utilizzare le parole, uomini e donne”. Da quel momento in poi, ogni volta che sento dire femmina, ad una donna, mi sento infastidito e ripenso al mio professore.

 
Le scuole superiori le ho frequentate presso l’Istituto dei Padri Stimmatini a Rieti.
Era una scuola severa e piena di disciplina, al confronto fare il militare è stato una passeggiata.
Il ricordo è comunque piacevole e vorrei raccontare ciò che avveniva durante l’ora del pranzo e della cena. Nel refettorio, mentre si mangiava, a turno, uno di noi leggeva la vita di un Santo, per l’intera durata del  pasto e quando aveva finito, il suo cibo era ormai completamente freddo.
Il periodo lavorativo l’ho svolto quasi interamente a Roma, presso un’Azienda Assicurativa, per il totale di 43 anni e 7 mesi!!!
Debbo dire che le più grandi soddisfazioni le ho avute nel campo lavorativo, oltre, naturalmente a quelle della famiglia, soprattutto dalle mie due figlie.
Nei periodi più bui della mia vita, metto in dubbio anche la fede religiosa, creandomi dei quesiti che cessano quando penso alla frase che Gesù disse a Tommaso:” Tu, Tommaso, hai creduto perché hai veduto, beati coloro che crederanno e non vedranno:”
Quando non sarò più utile a questa Società, sarà un giorno molto triste, paragonandolo ad un fiammifero che una volta spento viene gettato via e nessuno si ricorda più dell’utilità della sua piccola fiamma.

Un caro saluto

Marzio


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