venerdì 30 dicembre 2011

L’albero che voleva rimanere nudo

 carmela  mantegna


C’era una volta un albero.  
 
Era spuntato dalla terra, nel bel mezzo di un frutteto, piccolo e fragile germoglio verde, confondendosi con le erbe vicine.

Curioso di tutto, guardò in fretta il mondo intorno a lui, i fiori che si aprivano la mattina e si chiudevano la sera, gli uccelli che cinguettavano, saltando di ramo in ramo, il contadino che di mattina presto veniva a raccogliere i frutti dagli alberi, le erbe che sventolavano sotto la carezza del vento ...

Ah ! Trovava bello questo mondo intorno a lui, aveva voglia anche lui di partecipare a questa bellezza, di trovare il suo posto in questa armonia.

Passò un anno,  era cresciuto, era diventato un piccolo arbusto con qualche ramo.
Si rese conto che non era un filo d’erba come aveva pensato in un primo momento, ma un albero e si mise ad osservare più da vicino gli alberi  più grandi di lui.

Li trovava così grandi, così belli coperti con le loro foglie e i loro fiori; fu così stupito di vedere tutti quei fiori trasformarsi in frutti,  così intenerito per le cure amorevoli che il contadino prestava  loro, ma ...
 Ma, guardandosi, si accorse che la sua corteccia non somigliava a nessuna di quelle che vestivano gli altri alberi, che i suoi rami non avevano la stessa forma. 

 Così, ebbe paura, paura di non essere abbastanza grande, paura di non essere abbastanza bello, paura di non portare abbastanza frutti, paura che gli altri alberi, il melo, il pero, l’albero delle prugne ... non accettassero la sua diversità e decise di non produrre ne’ foglie, ne’ fiori ne’ frutta.

Gli anni passarono, ad ogni primavera, il suo tronco diventava sempre più spesso, si allungava, nuovi rami spuntavano, ma ... né foglie, né fiori né frutti.

Per non trovarsi nudo davanti agli altri, da quando era piccolo si era lasciato a poco a poco ricoprire dall’edera, dal convolvolo e dal vischio: non sapendo a che cosa potesse assomigliare, si copriva di una bellezza che non era la sua.

 Il giardiniere più di una volta aveva pensato di tagliarlo e di farne legna da ardere, ma troppo impegnato altrove, egli rinviò questa sua idea ad un altro momento. 

 Ma, una mattina venne armato da una grossa ascia e cominciò a tagliare l’edera che circondava l’albero.

 C’era tanta di quell’edera che gli portò via tutta la giornata, tanto che dovette rinviare l’abbattimento dell’albero.

Quella notte, un piccolo verme parassita punse il convolvolo che morì subito e il giorno dopo, gli uccelli del cielo, videro il vischio e vennero a beccarlo.
Nel frutteto, dell’albero rimaneva solo un tronco e dei rami: in mezzo al frutteto c’era solo l’albero.

Accorgendosi, improvvisamente,  della sua nudità  e non sapendo in che modo coprirla, decise infine di lasciar crescere lungo i suoi rami tenere foglioline verdi e  di fare esplodere in cima ad ogni ramo dei graziosi fiorellini bianchi, delicatamente e discretamente  in contrasto con il marrone dei rami e il verde delle foglie.

Nel frattempo, il contadino tornò con la sua ascia e scoprendo, al posto di un tronco inutile, un bellissimo ciliegio, non trovò più nessun motivo di tagliarlo. Così se ne andò, felice per il miracolo che era accaduto. 

 Da quel giorno, l’ albero visse felice in mezzo al frutteto, non è come gli altri, né più bello né più grande, ma ugualmente utile.
Ha capito che né la trama della corteccia, o la disposizione dei rami, o la forma delle foglie o il colore dei fiori sono importanti, ma solo i frutti che produce e che nessun altro può dare al di fuori di lui.
 
Inoltre, ogni anno, in estate, i figli del contadino vengono con una scala e, sparpagliandosi in mezzo alla sua chioma, gustano i suoi frutti e lo rallegrano con le loro risate.


 CONSIGLI  DI  COUNSELOR  
 
 
Non dobbiamo avere paura di crescere e di diventare ciò che siamo.

Non dobbiamo avere paura dei frutti che potremmo produrre, perché nessun altro potrà DONARLI  per noi, ma tutti possono nutrirsene.
 
 Non dobbiamo temere dei frutti che potremmo portare, perché ogni volta che li rifiuteremo, mancherà qualche cosa nel mondo.

 Non dobbiamo avere paura dei frutti che potremmo avere, perché ognuno di essi farà crescere la Vita e l’Amore che Dio ci ha dato. 

Nessun commento:

Posta un commento