domenica 11 dicembre 2011

Ho sognato una Scuola ...

 Jacques Salomé


  
Già da bambino, sui banchi della scuola elementare, sognavo una scuola diversa, con le ricreazioni più lunghe, un cortile con più spazi: un bosco con alberi abbastanza grandi per arrampicarsi e costruire rifugi fino alle loro cime, e poi degli angoli segreti per nascondersi e condividere i segreti che gli adulti non possono comprendere, e infine un luogo dove poter fare di tutto:scavare, costruire, abbattere, piantare e coltivare… 
 Più tardi ho sognato una scuola dove non ci fossero punizioni e soprattutto dove il maestro o la maestra valorizzasse davanti agli altri le mie qualità (rare e preziose) e non i mie punti deboli (numerosi e molteplici). Una scuola in cui sarebbe stato possibile parlare e soprattutto essere ascoltati.

Ho sognato anche una scuola in cui sarebbe stato possibile condividere veramente ciò che si sa senza correre il rischio di essere squalificato o messo da parte.

Una scuola che avrebbe rafforzato la mia autostima, una immagine positiva della mia persona, il gusto del bello.

Oggi, io sogno una scuola in cui sarebbe possibile trasmettere al di là dei saperi di base (leggere, scrivere, contare, esprimersi) e dei saper fare indispensabili per sviluppare le risorse proprie ad ogni bambino(per permettergli di vivere in società e di occupare più tardi il posto di adulto in un mondo che cambia).

Io sogno una scuola in cui sarebbe possibile trasmettere un saper essere (stare meglio con me stesso), un saper creare (valorizzando la mia creatività ), un saper divenire (preparandomi ad affrontare l’imprevedibile,i cambiamenti a venire ).


E siccome non mi nego nulla, poiché sono in un sogno, io sogno una scuola in cui si apprenderebbe a riconoscere , a coltivare e ad amare la bellezza.

La bellezza sotto tutte le forme, la vita fiammante che ci circonda, la natura e la sua immensa generosità, le opere d’arte naturali e quelle immaginate dagli uomini, lo spirito e tutte le azioni meravigliose di cui sono capaci gli uomini.

 In questo sogno, lo avete capito tra le righe, ci sarebbero degli insegnanti relazionali. Degli insegnanti che si preoccuperebbero di creare una relazione viva con ogni bambino, che trasmetterebbero le primizie, le basi di una comunicazione non violenta, nella quale i rapporti di forza non esisterebbero.
Degli insegnanti che proporrebbero e farebbero in modo di creare con ogni bambino scambi di reciprocità, condivisioni nelle quali sarebbero esclusi i giudizi di valore, le squalifiche, le colpevolizzazioni, le collusioni tra la persona e il comportamento, in cui i rapporti dominanti-dominati non avrebbero più ragione di esistere !

Degli insegnanti che considererebbero la comunicazione relazionale come il seme vivente che nutre la fiducia in sé, il rispetto altrui e la tolleranza.


Degli insegnanti che si preoccuperebbero a creare in questa mini società che è una scuola, gli ancoraggi indispensabili per una coabitazione serena ed una esistenza armoniosa.

Degli insegnanti che accetterebbero di trasmettere delle regole di igiene relazionale comuni, da applicare non solo nell’universo scolastico, ma che potrebbero anche essere trasmesse alla famiglia…« Tra il sogno e la realizzazione, diceva mia nonna, c’è solo un passo da varcare fuori dalla propria testa e un gesto da fare al di fuori dalle proprie abitudini per camminare diversamente con un altro  ».

 

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