venerdì 1 marzo 2013


RAGNATELE DI VITA

A chi è rivolta questa pubblicazione? Bella domanda!!!
E’ per bambini? Bella domanda davvero!!!
E’ per bambini/e piccoli o più grandicelli? Bella domanda ancora!!!

E’ per gli adulti? Ma quante belle domande tutte in fila!!!

Carmela e Neva


L’EMPATIA


Il bambino sognatore di grossi ragni neri affamati, quando il ragno entrò nel suo sogno, lo guardò con curiosità... con tanta curiosità, senza spaventarsi... lo guardò negli occhietti strani da ragno...che, forse, guardando meglio, non avevano un’espressione troppo cattiva.
Il ragno, sentendosi fissato con quella calma, rimase stupito, quasi allibito: nessuno si era mai fermato a guardarlo più di tanto... in genere funzionava così: un’occhiata veloce e globale, il grido di paura che si espandeva e si dilatava in tante onde sonore che riempivano sogno e realtà e uscivano pure dalla finestra!
Il ragno rimase davvero spiazzato per quello strano evolversi della situazione, ma gradualmente salì dal fondo una grande curiosità per questa nuova esperienza di vita da ragno e ricambiò intensamente lo sguardo.
Fu un gioco di sguardi davvero interessante, con tanti piccoli attimi legati l’uno all’altro e ognuno dei due fece le proprie scoperte e captò tante onde diverse, onde che arrivavano, andavano, rotolavano di nuovo verso gli occhi e si stendevano in quelli dell’altro... quasi un gioco di onde interattive che più arrivavano quanto più si sentivano benvenute e accolte e ripartivano gioiose di schiuma.
Quando il gioco di sguardi si esaurì, rimase qualcosa sospeso nell’aria, come un’amaca dondolante, anzi una ragnatela dondolante dal momento che parliamo di ragni, un momento di pausa, come se ognuno, bambino e bestiolina cercassero di dare nomi, di sintetizzare quel passaggio di onde.
Ma cosa aveva visto e sentito il bambino in fondo agli occhi del ragno nero che disturbava i suoi sonni? Aveva visto la paura che gli altri provavano quando lo vedevano, avevano visto il sentirsi molto solo, avevano visto il sentirsi sbagliato, nato solo per fare male e paura, aveva visto il desiderio di sentirsi amabile, benvoluto, accettato. Aveva visto tanta rabbia per non essere accettato, contro una natura ingrata che così lo aveva creato e contro tutti gli altri che trovava nel suo cammino. Ma cosa aveva visto il ragno in quegli occhietti di bambino? Aveva visto paura, sbigottimento, ma anche attenzione, capacità di affrontare ed andare oltre le apparenze, capacità di vedere un “dentro”, di leggere le altrui emozioni. Il ragno si sentì invaso dalla speranza... ma allora gli altri non erano tutti uguali... poteva valutare se fidarsi o no... poteva trovare qualcuno con cui fermarsi in pace...Il piccolo bimbo sognante decise che poteva fare qualcosa per quel ragno portatore sano di grosse problematiche e si affidò alle sue grandi capacità di sognatore specializzato. Chiuse gli occhietti stretti stretti e i piccoli pugni e si concentrò forte forte come quando faceva la cacca ed ecco che arrivò il sogno che poteva cambiare la vita di quello strano compagno notturno ricco di peli neri e di rabbiosa tristezza.
Il ragno capì che stava succedendo qualcosa di magico e focalizzò tutta la sua attenzione su quella nuvoletta che si stava alzando sopra il bambino nel suo lettino e diventava più grande e sembrava piena di qualcosa che non si scorgeva ancora bene, ma c’era, ne era sicuro.
Pof ! ... la nuvoletta scoppiò ed apparve una graziosa ragnetta, con degli occhi davvero dolci e dei peletti neri soffici e lucenti su delle zampette proprio carine... e quando salutò il ragno stupito, la sua voce gli entrò nel cuore e gli fece rispondere a stento, con una voce strana che non si riconosceva proprio... fu amore a prima vista!
Il bambino guardava quella magia... vide che i due ragnetti si prendevano per zampa e si guardavano. Si voltarono verso di lui e il ragno lo guardò negli occhi riconoscente e abbozzò un sorriso ragnesco molto carino; si salutarono così con gli occhi perché ormai avevano scoperto quella forma comunicativa che aveva reso la cameretta piena di magia buona. Poi si allontanarono diventando sempre più piccoli finché sparirono dalla vista del bambino, ma non dal suo cuore.  Il bambino si riaddormentò sereno e felice. Quante cose aveva scoperto... imparato... Aveva capito cosa voleva dire scegliere di guardare bene prima di perdere il controllo urlando senza difendersi, e aveva compreso che a volte sentirsi non voluti può far salire così tanta rabbia in un ragno da mangiare bambini nei sogni. Ehhh... a volte si cresce anche di notte, e a quel bambino curioso e coraggioso era successo così!!!

(Ragnatele di vita, Neva Biagiotti Carmela Mantegna, La Narrativa Prepos,  Montag 2013)



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