La coscienza
Carmela Mantegna
Il mio amico Giuseppe Gangale, docente di Religione, mi ha chiesto di fare, come Counselor, una riflessione sulla Coscienza in occasione di una novena a san Tommaso Moro del quale ha curato diverse pubblicazioni.

Io ho coscienza di trovarmi in questo momento, in questo luogo. Io so il motivo per cui mi trovo qui.
Io so che devo parlare della coscienza, ma sento che è LEI a parlare dentro di me.
Mi metto, umilmente, al suo ascolto.
Taccio per restituirle la parola.
Non sento il tono di un censore che mi giudica, ma colgo, attraverso la sua voce, uno sguardo che continua a guardarmi da lontano nell’attesa fiduciosa di un ritorno.
Non c’è la rabbia tumultuosa di un giustiziere che va perforando in tutti gli anfratti della mia vita per cercare qualche fallo, ma la tranquilla scintilla di una luce che mi svela nuove strade.
Non è la deliranza farisaica di un dottore della legge che tenta di svegliare in me sensi di colpa, ma un progetto di vita che mi coinvolge intimamente, personalmente per costruire la mia identità.
Io so che devo parlare della coscienza, ma sento che è LEI a parlare dentro di me.
Mi metto, umilmente, al suo ascolto.
Taccio per restituirle la parola.
Non sento il tono di un censore che mi giudica, ma colgo, attraverso la sua voce, uno sguardo che continua a guardarmi da lontano nell’attesa fiduciosa di un ritorno.
Non c’è la rabbia tumultuosa di un giustiziere che va perforando in tutti gli anfratti della mia vita per cercare qualche fallo, ma la tranquilla scintilla di una luce che mi svela nuove strade.
Non è la deliranza farisaica di un dottore della legge che tenta di svegliare in me sensi di colpa, ma un progetto di vita che mi coinvolge intimamente, personalmente per costruire la mia identità.
Non è la petulanza monotona di un non devi fare questo o quest’altro, ma la quiete agente di un già e non ancora che mi predispone ad un vigile, cosciente e profondo ascolto .
Non è la voce sottilmente orgogliosa di un io nascosto e presuntuoso, ma un orecchio attento alla fragilità della mia umanità.
Non è una invischiante invadenza alla mia libertà, ma un accrescimento autentico della mia libertà.
La coscienza : che cos’è?
E’ questo risveglio etico di me a me stessa.
E’ il sentimento di me stessa.
E’ sentire il sapore di me.
E’ esperire ciò che io sono, dove sono, dove vado, con chi sono, cosa faccio.
E’ cogliere il senso del mio essere e del mio esserci.
E’ vivere la bontà della mia vita.
E’ ritornare in me durante i miei fallimenti e decidere di tornare a casa.
E’ l’atto liturgico in cui celebro la mia esistenza .
E’ morire e risorgere ogni giorno, ogni ora, ogni attimo.
E’ avere uno sguardo di misericordia verso me stessa e perdonarmi.
Non è la voce sottilmente orgogliosa di un io nascosto e presuntuoso, ma un orecchio attento alla fragilità della mia umanità.
Non è una invischiante invadenza alla mia libertà, ma un accrescimento autentico della mia libertà.
La coscienza : che cos’è?
E’ questo risveglio etico di me a me stessa.
E’ il sentimento di me stessa.
E’ sentire il sapore di me.
E’ esperire ciò che io sono, dove sono, dove vado, con chi sono, cosa faccio.
E’ cogliere il senso del mio essere e del mio esserci.
E’ vivere la bontà della mia vita.
E’ ritornare in me durante i miei fallimenti e decidere di tornare a casa.
E’ l’atto liturgico in cui celebro la mia esistenza .
E’ morire e risorgere ogni giorno, ogni ora, ogni attimo.
E’ avere uno sguardo di misericordia verso me stessa e perdonarmi.
E’ il risveglio etico di me all’altro da me.
E’ la vita che germoglia nella profondità del mio essere.
E’ l’incontro profondo fra il pensiero e lo spirito.
E’ la destezza dell’amore libero e liberante.
E’ l’abbraccio tra il finito e l’infinito, l’infinito e l’eterno, il limite e l’oltre che respirano in me.
E’ l’abbandono della casualità e l’accoglienza del kairos, del tempo come momento favorevole, l’ora stellare.
E’ saper dare un senso al dolore.
E’ imparare a risorgere nel deserto.
E’ la memoria della mia umanità.
E’ l’eco dei miei passi dentro di me, il mio andare ansioso, rimurginante, dissociato, effervescente, apatico, invisibile, invischiante: i passi della mia umanità nel suo divenire sempre più persona, in una potatura costante e quotidiana fino a percepire lo splendore della verità del mio essere iscritto nella mia coscienza.
E’ la vita che germoglia nella profondità del mio essere.
E’ l’incontro profondo fra il pensiero e lo spirito.
E’ la destezza dell’amore libero e liberante.
E’ l’abbraccio tra il finito e l’infinito, l’infinito e l’eterno, il limite e l’oltre che respirano in me.
E’ l’abbandono della casualità e l’accoglienza del kairos, del tempo come momento favorevole, l’ora stellare.
E’ saper dare un senso al dolore.
E’ imparare a risorgere nel deserto.
E’ la memoria della mia umanità.
E’ l’eco dei miei passi dentro di me, il mio andare ansioso, rimurginante, dissociato, effervescente, apatico, invisibile, invischiante: i passi della mia umanità nel suo divenire sempre più persona, in una potatura costante e quotidiana fino a percepire lo splendore della verità del mio essere iscritto nella mia coscienza.
La coscienza : che cos’è?
“Ho fatto un sogno – scrive Carl Jung- che mi ha al tempo stesso spaventato e incoraggiato. Stava calando la notte e mi trovavo in un posto sconosciuto. Avanzavo a fatica contro un vento molto forte. Una nebbia densa ricopriva tutto. Nelle mani a coppa tenevo una luce fioca che minacciava di spegnersi da un momento all’altro. La mia vita dipendeva da quella luce fioca che proteggevo gelosamente. Improvvisamente ebbi l’impressione che qualcosa avanzasse dietro di me. Mi voltai e vidi la forma gigantesca di un essere che mi seguiva. Ma, in quello stesso istante, mi resi conto che, nonostante il terrore, dovevo proteggere la mia luce attraverso le tenebre e contro il vento. Al risveglio mi accorsi che la forma mostruosa era la mia ombra formata dalla fiammella che tenevo accesa nel mezzo della tormenta. Sapevo anche che quella fragile luce era la mia coscienza,l’unica luce che possedevo. Confrontata alla potenza delle tenebre era una luce, la mia unica luce”
La coscienza : la mia unica luce ! La fiammella, la fragile luce che è lampada ai miei passi!
La coscienza : che cos’è?
Scrive Carotenuto,La coscienza non è un traguardo attingibile una volta per tutte, ma …un divenire che genera continue resurrezioni e metamorfosi della personalità… Ogni passo compiuto è una conquista di spazi sconosciuti da annettere alla coscienza, e ogni nuova conoscenza del proprio mondo interiore genera un mondo di rigenerazione, nuove immagini di cui la coscienza può arricchirsi…per ognuno di noi il cammino verso l’autocoscienza si configura come un terreno fecondo di resurrezioni, perché, nel momento in cui ci interroghiamo, lasciamo il luogo angusto delle nostre paralisi e navighiamo verso orizzonti aperti”.
Ho chiesto a dei ragazzi di 14 anni: La coscienza : che cos’è?
Mi hanno risposto con delle espressioni che sentono più volte dire:” Ho la coscienza pulita. Non ho nessun rimorso, nessun pentimento”, “Mi sento la coscienza sporca, quando faccio cose che non avrei dovuto fare”.
Leggiamo al n.1779 del Catechismo della Chiesa Cattolica:”L'importante per ciascuno è di essere sufficientemente presente a se stesso al fine di sentire e seguire la voce della propria coscienza. Tale ricerca di interiorità è quanto mai necessaria per il fatto che la vita spesso ci mette in condizione di sottrarci ad ogni riflessione, esame o introspezione”.E al n.1777:”Presente nell'intimo della persona, la coscienza morale le ingiunge, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male. Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive”.
Un altro ragazzo mi ha detto:” La coscienza mi fa ragionare”.
Nel Catechismo della Chiesa cattolica al n.1796 troviamo la conferma delle parole di questo ragazzo:”La coscienza morale è un giudizio della ragione, con il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto.”
Ho insistito con un’altra domanda:- Mi sai dire dove si trova la coscienza?”. Il ragazzo mi ha risposto in questi termini:”Nella nostra mente, perché, prima di fare una cosa c’è qualcos’altro che mi impedisce di farlo”. Gli ho chiesto se riusciva a definire questo qualcos’altro e mi ha detto:”La voce di mio padre”.
Anche in questa precisazione, dobbiamo attingere al Catechismo della Chiesa Cattolica quando afferma al n.1784 “L'educazione della coscienza è un compito di tutta la vita. Fin dai primi anni essa dischiude al bambino la conoscenza e la pratica della legge interiore, riconosciuta dalla coscienza morale. Un'educazione prudente insegna la virtù; preserva o guarisce dalla paura, dall'egoismo e dall'orgoglio, dai sensi di colpa e dai moti di compiacenza, che nascono dalla debolezza e dagli sbagli umani. L'educazione della coscienza garantisce la libertà e genera la pace del cuore”.
La coscienza : che cos’è?
Leggiamo nella Gaudium et Spes al n.16:che la coscienza è :”Il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria”.
E quando siamo dentro di noi, nel nostro in-sé più profondo, nel nosto nucleo segreto, chiediamo al Dio in cui crediamo un counseling gratuito come in questa bellissima storia che ho tradotto dal francese e nella quale ognuno immagini, in questo momento, di esserne il protagonista.
“Ho fatto un sogno – scrive Carl Jung- che mi ha al tempo stesso spaventato e incoraggiato. Stava calando la notte e mi trovavo in un posto sconosciuto. Avanzavo a fatica contro un vento molto forte. Una nebbia densa ricopriva tutto. Nelle mani a coppa tenevo una luce fioca che minacciava di spegnersi da un momento all’altro. La mia vita dipendeva da quella luce fioca che proteggevo gelosamente. Improvvisamente ebbi l’impressione che qualcosa avanzasse dietro di me. Mi voltai e vidi la forma gigantesca di un essere che mi seguiva. Ma, in quello stesso istante, mi resi conto che, nonostante il terrore, dovevo proteggere la mia luce attraverso le tenebre e contro il vento. Al risveglio mi accorsi che la forma mostruosa era la mia ombra formata dalla fiammella che tenevo accesa nel mezzo della tormenta. Sapevo anche che quella fragile luce era la mia coscienza,l’unica luce che possedevo. Confrontata alla potenza delle tenebre era una luce, la mia unica luce”
La coscienza : la mia unica luce ! La fiammella, la fragile luce che è lampada ai miei passi!
La coscienza : che cos’è?
Scrive Carotenuto,La coscienza non è un traguardo attingibile una volta per tutte, ma …un divenire che genera continue resurrezioni e metamorfosi della personalità… Ogni passo compiuto è una conquista di spazi sconosciuti da annettere alla coscienza, e ogni nuova conoscenza del proprio mondo interiore genera un mondo di rigenerazione, nuove immagini di cui la coscienza può arricchirsi…per ognuno di noi il cammino verso l’autocoscienza si configura come un terreno fecondo di resurrezioni, perché, nel momento in cui ci interroghiamo, lasciamo il luogo angusto delle nostre paralisi e navighiamo verso orizzonti aperti”.
Ho chiesto a dei ragazzi di 14 anni: La coscienza : che cos’è?
Mi hanno risposto con delle espressioni che sentono più volte dire:” Ho la coscienza pulita. Non ho nessun rimorso, nessun pentimento”, “Mi sento la coscienza sporca, quando faccio cose che non avrei dovuto fare”.
Leggiamo al n.1779 del Catechismo della Chiesa Cattolica:”L'importante per ciascuno è di essere sufficientemente presente a se stesso al fine di sentire e seguire la voce della propria coscienza. Tale ricerca di interiorità è quanto mai necessaria per il fatto che la vita spesso ci mette in condizione di sottrarci ad ogni riflessione, esame o introspezione”.E al n.1777:”Presente nell'intimo della persona, la coscienza morale le ingiunge, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male. Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive”.
Un altro ragazzo mi ha detto:” La coscienza mi fa ragionare”.
Nel Catechismo della Chiesa cattolica al n.1796 troviamo la conferma delle parole di questo ragazzo:”La coscienza morale è un giudizio della ragione, con il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto.”
Ho insistito con un’altra domanda:- Mi sai dire dove si trova la coscienza?”. Il ragazzo mi ha risposto in questi termini:”Nella nostra mente, perché, prima di fare una cosa c’è qualcos’altro che mi impedisce di farlo”. Gli ho chiesto se riusciva a definire questo qualcos’altro e mi ha detto:”La voce di mio padre”.
Anche in questa precisazione, dobbiamo attingere al Catechismo della Chiesa Cattolica quando afferma al n.1784 “L'educazione della coscienza è un compito di tutta la vita. Fin dai primi anni essa dischiude al bambino la conoscenza e la pratica della legge interiore, riconosciuta dalla coscienza morale. Un'educazione prudente insegna la virtù; preserva o guarisce dalla paura, dall'egoismo e dall'orgoglio, dai sensi di colpa e dai moti di compiacenza, che nascono dalla debolezza e dagli sbagli umani. L'educazione della coscienza garantisce la libertà e genera la pace del cuore”.
La coscienza : che cos’è?
Leggiamo nella Gaudium et Spes al n.16:che la coscienza è :”Il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria”.
E quando siamo dentro di noi, nel nostro in-sé più profondo, nel nosto nucleo segreto, chiediamo al Dio in cui crediamo un counseling gratuito come in questa bellissima storia che ho tradotto dal francese e nella quale ognuno immagini, in questo momento, di esserne il protagonista.
La Clinica di Dio
Sono andato alla Clinica del Signore per dei controlli di routine e ho constatato che ero ammalato :
Quando il Signore ha misurato la mia pressione, ho visto che la mia Tenerezza era « bassa».
Nel verificare la mia temperatura, il termometro ha registrato 40º di Ansia.
Ho fatto un elettrocardiogramma e ho scoperto che avevo bisogno di diverse trasfusioni di Amore, perché le mie arterie erano otturate dalla Solitudine e non irrigavano più il mio cuore vuoto.
Sono andato in ortopedia, perché non potevo più camminare accanto a mio fratello e non potevo dargli un abbraccio fraterno, perché mi ero provocata una frattura scivolando sulla gelosia.
Mi è stata anche rilevata una Miopia, dovuta al fatto che non riuscivo a vedere al di là delle cose negative nel mio prossimo.
Quando gli ho detto di essere sordo, il Signore ha osservato che io mi ero rifiutato di ascoltare quotidianamente la sua Voce.
Nella sua grande misericordia, il Signore mi ha offerto un counseling gratuito.
Pertanto, io mi impegno, lasciando questa Clinica, a prendere solamente i rimedi naturali che egli, mi ha prescritto in occasione di questa ora di Verità: Appena alzato dal letto, bere un bicchiere di Riconoscenza .
Prima di andare al lavoro, prendere un cucchiaio di Pace.
Ogni ora, applicare una compressa di Pazienza e ingoiare un boccale di Umiltà .
Al ritorno a casa, iniettarsi una dose di Amore.
E, prima di andare a letto, prendere due capsule di Coscienza pacificata.
La coscienza : che cos’è?
E’ ritornare in se stessi, come il figliol prodigo per poter ritornare a casa, nella propria interiorità, riaprire le porte di ogni stanza e rivisitare ogni angolo della propria vita, riappropriarsi dei propri ricordi, delle gioie come dei dolori: RIABBRACCIARSI.”.
E’ non lasciarsi sfuggire il timone della vita e andare allo sbaraglio, è darle un senso sempre più alto, è restituire vita alla vita.
Questo sguardo su di me, queste riflessioni sono come uno sfondare il soffitto della mia anima sia per entrarci che per uscirne, sia per ritrovarmi che per trascendermi in un unico abbraccio di me stessa, di un altro da me verso il Totalmente Altro.
Questo incontro profondo con la mia coscienza non è un compiacimento delle mie capriole mentali, ma è assaporare il dondolio dolce, pacato della vita che si specchia nell’armonia di quel frammento di cielo che è dentro di me.
Quando il Signore ha misurato la mia pressione, ho visto che la mia Tenerezza era « bassa».
Nel verificare la mia temperatura, il termometro ha registrato 40º di Ansia.
Ho fatto un elettrocardiogramma e ho scoperto che avevo bisogno di diverse trasfusioni di Amore, perché le mie arterie erano otturate dalla Solitudine e non irrigavano più il mio cuore vuoto.
Sono andato in ortopedia, perché non potevo più camminare accanto a mio fratello e non potevo dargli un abbraccio fraterno, perché mi ero provocata una frattura scivolando sulla gelosia.
Mi è stata anche rilevata una Miopia, dovuta al fatto che non riuscivo a vedere al di là delle cose negative nel mio prossimo.
Quando gli ho detto di essere sordo, il Signore ha osservato che io mi ero rifiutato di ascoltare quotidianamente la sua Voce.
Nella sua grande misericordia, il Signore mi ha offerto un counseling gratuito.
Pertanto, io mi impegno, lasciando questa Clinica, a prendere solamente i rimedi naturali che egli, mi ha prescritto in occasione di questa ora di Verità: Appena alzato dal letto, bere un bicchiere di Riconoscenza .
Prima di andare al lavoro, prendere un cucchiaio di Pace.
Ogni ora, applicare una compressa di Pazienza e ingoiare un boccale di Umiltà .
Al ritorno a casa, iniettarsi una dose di Amore.
E, prima di andare a letto, prendere due capsule di Coscienza pacificata.
La coscienza : che cos’è?
E’ ritornare in se stessi, come il figliol prodigo per poter ritornare a casa, nella propria interiorità, riaprire le porte di ogni stanza e rivisitare ogni angolo della propria vita, riappropriarsi dei propri ricordi, delle gioie come dei dolori: RIABBRACCIARSI.”.
E’ non lasciarsi sfuggire il timone della vita e andare allo sbaraglio, è darle un senso sempre più alto, è restituire vita alla vita.
Questo sguardo su di me, queste riflessioni sono come uno sfondare il soffitto della mia anima sia per entrarci che per uscirne, sia per ritrovarmi che per trascendermi in un unico abbraccio di me stessa, di un altro da me verso il Totalmente Altro.
Questo incontro profondo con la mia coscienza non è un compiacimento delle mie capriole mentali, ma è assaporare il dondolio dolce, pacato della vita che si specchia nell’armonia di quel frammento di cielo che è dentro di me.
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