
SERENA

La penna o la tastiera?
E', per chi già ha dei decenni addosso, un enigma uguale a quello che mette a confronto libro cartaceo o audiolibro...
La penna...
Croce e delizia dei miei primi anni, quando i miei temi giravano la scuola e io, bimba anni '70, pensavo che se mi avessero rapita, avrei solo voluto con me carta e penna...
Poi un giorno una prof di Lettere amica mi narrò che Pirandello diceva che chi troppo scrive, poco vive...
E io capii che il mio stare ore e ore tra libri e diario non bastavano per farmi crescere.
Oggi, con un pò di anni sulla faccia e sulla schiena, mi accorgo che non potrei fare a meno della parola scritta, quanto della parola verbale.
Né potrei svolgere la mia professione con efficacia...
E penso anche a come lo scritto sia lo strumento privilegiato di denuncia dei soprusi, e delle violenze, e delle carenze dei sistemi sociali attuali, sia occidentali, sia orientali.
Ma so anche come, la penna, usata da "iene dattilografe" come qualcuno definisce i giornalisti, troppo spesso diventa un'arma di divulgazione di panico, di orrore e di angoscia.
E, sempre più spesso, ne vedo le perversioni, più che l'utilità.

E penso anche a come lo scritto sia lo strumento privilegiato di denuncia dei soprusi, e delle violenze, e delle carenze dei sistemi sociali attuali, sia occidentali, sia orientali.
Ma so anche come, la penna, usata da "iene dattilografe" come qualcuno definisce i giornalisti, troppo spesso diventa un'arma di divulgazione di panico, di orrore e di angoscia.
E, sempre più spesso, ne vedo le perversioni, più che l'utilità.

Lei mi dice:
"quanto è vero Iddio, se lo vedessi davanti a me che si fracassa in moto, farei una festa!"
E a me un brivido agghiacciante mi percorre la schiena e anche un moto di riprovazione.
Mi chiedo come si possa arrivare a tanto risentimento verso qualcuno che, semplicemente, ha scelto un'altra strada.
Mi chiedo come si possa odiare tanto qualcuno con cui si è fatto l'amore, si è mangiato insieme, ci si è risvegliati al mattino e si sono fatti progetti.
Chi se ne va, è colpevole se se ne va male. Ma non può essere colpevole di andarsene.
L'amore ha tante forme ed evolve, si trasforma.
E' stato vero amore, o solo bisogno e possesso, quello che si gela in odio?
Se ami vuoi il bene dell'altro. Soffri se quel bene non sei più tu, ma una parte di te saprà augurare all'altro con affetto "Buona vita. Sii felice".
"quanto è vero Iddio, se lo vedessi davanti a me che si fracassa in moto, farei una festa!"
E a me un brivido agghiacciante mi percorre la schiena e anche un moto di riprovazione.
Mi chiedo come si possa arrivare a tanto risentimento verso qualcuno che, semplicemente, ha scelto un'altra strada.
Mi chiedo come si possa odiare tanto qualcuno con cui si è fatto l'amore, si è mangiato insieme, ci si è risvegliati al mattino e si sono fatti progetti.
Chi se ne va, è colpevole se se ne va male. Ma non può essere colpevole di andarsene.
L'amore ha tante forme ed evolve, si trasforma.
E' stato vero amore, o solo bisogno e possesso, quello che si gela in odio?
Se ami vuoi il bene dell'altro. Soffri se quel bene non sei più tu, ma una parte di te saprà augurare all'altro con affetto "Buona vita. Sii felice".

"Mi hanno fatto le scarpe!!!" sbotta lei tra l'addolorato e il furibondo.
Conosco la sua professionalità e la sua competenza e so quanto seriamente svolge il suo lavoro. Conosco anche i risultati eccellenti che ha.
Ma è una libera professionista (precaria "aristocratica", direbbe qualcuno!" e il suo mutuo è sempre a rischio.
Eppure appare molto più amareggiata dall'idea di aver perso un lavoro che amava, che da quella di aver perso un pò di soldi.
"Sicuramente arriverà qualcos'altro. Ciò che mi brucia, però, è che ho lavorato bene e sono stata sostituita, perché è arrivata una raccomandata.
E chi ci pensa agli interessi degli utenti?"
E chi ci pensa agli interessi degli utenti?"

Fiona mi racconta, amareggiata, di Melania che l'ha invitata
al suo matrimonio. E' infastidita da questo invito.

Entro in edicola . Saluto di rito e richiesta di ciò che mi serve, mentre alla radio vengono annunciate le ultime disgrazie del mondo.
"Che fastidio immenso le persone che ti si spalmano addosso come la nutella sul pane!"
La mia amica Teresa non sopporta più i lagnosi, gli smidollati, i parassiti, che, abusando della sua disponibilità e della sua pazienza, sembrano perseguitarla a tutte le ore del giorno e in qualsiasi giorno della settimana e dell'anno per buttarle addosso i loro guai.
"Giuro: certe volte mi sento un cassonetto, in cui la gente butta la sua spazzatura e se ne va più leggera, mente io mi ammorbo con le loro lamentele!"
Teresa di lavoro fa l'infermiera. E' la sua natura sensibile a far sì che le persone trovino in lei un orecchio sempre pronto ad ascoltare.
Lei è esausta. Tutti questi personaggi (madre, cognate, uomini mammoni, amiche impegnate in qualche relazione rognosa, ecc)non hanno rispetto per lei, la usano e proprio non la vedono.
I pazienti, in ospedale, sono sempre meno pretenziosi, meno capricciosi e senz'altro più capaci di usare le proprie forze per affrontare guaisempre piuttosto seri, dal momento che opera in nefrologia tra i dializzati.
Proprio questo la colpisce sempre dell'essere umano: quelli che hanno guai seri, che combattono ogni giorno per la vita, sono meno pesanti e più energici e indipendenti, di tante amebe che la circondano.
E oggi, che non è di turno, per riprendersi un pò, ha deciso di fare una lunghissima passeggiata con i suoi bambini e il suo compagno sul lungomare.
Ha spento tutti i telefoni e non guarderà né la posta, né "Face book".
Quando si rimetterà on line certamente ci saranno tre sms di Paola, la sua amica dalla lacrima facile, otto mail di Antonio, il tipo malinconico che lavora in amministrazione, e soprattutto decine di telefonate della madre, che dà di matto ogniqualvolta ha bisogno di lagnarsi e non la trova!
"Se rinasco, dice, voglio crescere in un kibbutz senza rogne familiari e voglio fare la velina, così tutti penseranno che sono scema e mi lasceranno in pace!"

Roberto ha 20 anni. E' un bel ragazzone atletico. Tuttavia cammina sempre con la testa infossata nelle spalle e si guarda intorno con uno sguardo triste.
In un pomeriggio qualsiasi presa dalle mille incombenze del quotidiano, il mio passo veloce viene quasi fermato da un battibecco tra giovani fidanzati.
Ho pensato a lungo a una storia che mi avesse particolarmente colpito e che potesse rappresentare lo spirito del nuovo anno che inizia, alle festività appena trascorse, alle decine di banalità che si dicono in queste occasioni.

al suo matrimonio. E' infastidita da questo invito.
Da due anni, infatti, non si sentono se non via sms alle feste
comandate.
Melania è stata la famiglia di Fiona negli anni dell'Università.
Entrambe fuori sede, sono state l'una il punto di riferimento
dell'altra.
O meglio, Fiona pensava di essere importante per Melania,
quanto quest'ultima lo era per lei.
Melania, però, stretta nei confini di un'amicizia troppo esclusiva e oppressa dalle necessità di supporto dell'amica,si era pian piano allontanata.
Ci vuole tanto coraggio anche ad essere un'amica infedele. Ci
vuole tanto coraggio anche a rifiutare l'esclusività relazionale di un rapporto, che rischia di fermare l'evoluzione personale...
comandate.
Melania è stata la famiglia di Fiona negli anni dell'Università.
Entrambe fuori sede, sono state l'una il punto di riferimento
dell'altra.
O meglio, Fiona pensava di essere importante per Melania,
quanto quest'ultima lo era per lei.
Melania, però, stretta nei confini di un'amicizia troppo esclusiva e oppressa dalle necessità di supporto dell'amica,si era pian piano allontanata.
Ci vuole tanto coraggio anche ad essere un'amica infedele. Ci
vuole tanto coraggio anche a rifiutare l'esclusività relazionale di un rapporto, che rischia di fermare l'evoluzione personale...

Fiona ora comincia a comprendere l'allontanamento dell'amica, comincia a vedere i benefici della sua scelta.
Le epoche della vita cambiano. E solo per questo non parteciperà al matrimonio di Melania.Lei è appena rientrata da Sidney. Era partita una settimana fa di corsa. Il marito, lì per lavoro da qualche mese, era in crisi e parlare via Skype non poteva chiarire...
Le epoche della vita cambiano. E solo per questo non parteciperà al matrimonio di Melania.Lei è appena rientrata da Sidney. Era partita una settimana fa di corsa. Il marito, lì per lavoro da qualche mese, era in crisi e parlare via Skype non poteva chiarire...
Era partita con l'idea che appena tutti i documenti fossero stati pronti, anche lei si sarebbe trasferita in quel Paese tanto lontano e per lei poco interessante, ma sogno esistenziale per lui...
Ed è rientrata di corsa, annichilita. L'uomo che aveva tanto voluto sposarla e che tanto l'aveva sollecitata per avere un figlio e per il quale stava lasciando la sua terra e tutti i suoi progetti, ha deciso di lasciarla.
"Mi sono accorto che non sono fatto per il matrimonio, per i legami, per esser padre..."mi ha detto, ripete costantemente lei, incredula, come il ritornello ossessivo di un disco rotto.
"Lui si è accorto di non esser fatto per i legami, di voler essere libero come quando aveva vent'anni. Ma ora di anni ne ha 43 e nostra figlia neanche 4!"
Entro in edicola . Saluto di rito e richiesta di ciò che mi serve, mentre alla radio vengono annunciate le ultime disgrazie del mondo.
Vengo, allora, investita all'improvviso,dall'esplosione di rabbia della giornalaia:
"E' proprio uno schifo di società. Mia madre dice che ci sono sempre state queste cose, ma io non ci credo. Mi pento pure di aver fatto nascere i miei figli in questo orribile mondo!"
E' fuori di sé E capisco la ragione quando mi racconta, amareggiata:
Pensa che stamattina ho venduto ben cinquanta copie in più del solito solo perché volevano sapere gli ultimi dettagli sul delitto di quella povera ragazza e sullo schifo di quella bestia dello zio e di quella disgraziata cugina!"
Nel chiuso del suo negozio l'edicolante , tutti i giorni, ha il tempo di sbirciare ciò che i giornali dicono e si riempie del nero che le "iene dattilografe" definiscono "dovere di cronaca".
L'edicolante è lì tutti i giorni e si riempie di cattive notizie.Ma, sopratutto, tasta il polso della morbosità e del gusto del macabro, che sempre più contraddistinguono i lettori.
Lui è un ragazzo e parla piangendo della sua storia finita.
Sa di aver sbagliato. Sa che è giusto che la sua giovane amata si sia allontanata per proteggere se stessa dall'amore soffocante di lui.
Ma piange perché lei era, forse, l'unica cosa preziosa e delicata, che finora la vita gli aveva regalato.
I genitori, a cui fa da genitore da sempre, sono stati troppo presi dalle loro vite, dai loro mali, dai loro egoismi, per mostrargli come ci si prende cura nel giusto modo, nella giusta misura.
Nessuno gli ha insegnato a prendersi cura di un gioiello.
Nessuno gli ha insegnato che le piantine muoiono non solo di siccità, ma anche affogate!
Lui piange e si dispera. Ma è giovane e avrà altre possibilità.
Magari questo si rivelerà, nel dolore, un momento essenziale per la sua crescita, per la sua maturazione affettiva.

Lui è un ragazzo e parla piangendo della sua storia finita.
Sa di aver sbagliato. Sa che è giusto che la sua giovane amata si sia allontanata per proteggere se stessa dall'amore soffocante di lui.
Ma piange perché lei era, forse, l'unica cosa preziosa e delicata, che finora la vita gli aveva regalato.
I genitori, a cui fa da genitore da sempre, sono stati troppo presi dalle loro vite, dai loro mali, dai loro egoismi, per mostrargli come ci si prende cura nel giusto modo, nella giusta misura.
Nessuno gli ha insegnato a prendersi cura di un gioiello.
Nessuno gli ha insegnato che le piantine muoiono non solo di siccità, ma anche affogate!
Lui piange e si dispera. Ma è giovane e avrà altre possibilità.
Magari questo si rivelerà, nel dolore, un momento essenziale per la sua crescita, per la sua maturazione affettiva.

"Che fastidio immenso le persone che ti si spalmano addosso come la nutella sul pane!"
La mia amica Teresa non sopporta più i lagnosi, gli smidollati, i parassiti, che, abusando della sua disponibilità e della sua pazienza, sembrano perseguitarla a tutte le ore del giorno e in qualsiasi giorno della settimana e dell'anno per buttarle addosso i loro guai.
"Giuro: certe volte mi sento un cassonetto, in cui la gente butta la sua spazzatura e se ne va più leggera, mente io mi ammorbo con le loro lamentele!"
Teresa di lavoro fa l'infermiera. E' la sua natura sensibile a far sì che le persone trovino in lei un orecchio sempre pronto ad ascoltare.
Lei è esausta. Tutti questi personaggi (madre, cognate, uomini mammoni, amiche impegnate in qualche relazione rognosa, ecc)non hanno rispetto per lei, la usano e proprio non la vedono.
I pazienti, in ospedale, sono sempre meno pretenziosi, meno capricciosi e senz'altro più capaci di usare le proprie forze per affrontare guaisempre piuttosto seri, dal momento che opera in nefrologia tra i dializzati.
Proprio questo la colpisce sempre dell'essere umano: quelli che hanno guai seri, che combattono ogni giorno per la vita, sono meno pesanti e più energici e indipendenti, di tante amebe che la circondano.
E oggi, che non è di turno, per riprendersi un pò, ha deciso di fare una lunghissima passeggiata con i suoi bambini e il suo compagno sul lungomare.
Ha spento tutti i telefoni e non guarderà né la posta, né "Face book".
Quando si rimetterà on line certamente ci saranno tre sms di Paola, la sua amica dalla lacrima facile, otto mail di Antonio, il tipo malinconico che lavora in amministrazione, e soprattutto decine di telefonate della madre, che dà di matto ogniqualvolta ha bisogno di lagnarsi e non la trova!
"Se rinasco, dice, voglio crescere in un kibbutz senza rogne familiari e voglio fare la velina, così tutti penseranno che sono scema e mi lasceranno in pace!"

Roberto ha 20 anni. E' un bel ragazzone atletico. Tuttavia cammina sempre con la testa infossata nelle spalle e si guarda intorno con uno sguardo triste.
Solo quando è in compagnia della sua ragazza, riesce a sciogliersi in sorrisi.
Roberto ha un problema pesante. Suo padre è un alcolista e lui solo da qualche anno ha preso coscienza di questo problema familiare.
Sua madre è andata via di casa dieci anni fa, lasciando lui e i suoi fratelli in balìa di un uomo mai violento, ma sicuramente incapace di gestire la vita sua e dei suoi figli.
Roberto ora capisce la madre, che ha portato via con sé la sorellina più piccola e la sua gioia di vivere.
La sera, quando torna a casa dalle uscite con gli amici, il ragazzo teme sempre di aprire la porta di casa, di varcare la soglia e trovare il padre per terra, inciampato in chissà cosa, depresso e semi addormentato sul pavimento.
E la notte, nel suo letto, odia i passi tremebondi e striscianti dell'uomo, che si aggira per casa senza trovare né pace, né riposo.
Da qualche tempo, dopo essersi reso conto che la sua vita di ragazzo si stava dissolvendo dietro ad un padre malato di una terribile dipendenza, Roberto ha chiesto aiuto.
Il primo passo per aiutare se stesso, e magari anche suo padre, è stato quello di ammettere di essere impotente di fronte all'aggressività dell'alcol.
E' inutile che sacrifichi la sua vita, tentando di riparare i danni che suo padre continua a fare.
Lui è impotente sulla vita degli altri. Ma può trovare il coraggio per migliorare la propria vita e per salvarsi dall'inferno senza scampo, in cui l'alcolismo paterno l'ha gettato.

In un pomeriggio qualsiasi presa dalle mille incombenze del quotidiano, il mio passo veloce viene quasi fermato da un battibecco tra giovani fidanzati.
Lei, irritata e ferita, dice a lui:
"ecco: quando parli di Paola dici sempre che ha belle gambe, che è magra...A me dici che ho dei prosciutti"
Lui, imbranato, biascica qualcosa di incomprensibile a sua difesa.
Un pò mi viene da sorridere e un pò mi intenerisco per lei, ancora ragazzina, alle prese con la ricerca di conferme, di sicurezze.
Un pò mi irrita e un pò mi intenerisce lui, maldestro come un elefante in una cristalleria, ancora tanto più interessato a dove mettere le mani, piuttosto che a scambiare affetto, fiducia, intimità.
E ripenso ai primi amori, alla fatica di capirci qualcosa con quei maschietti che pensavo tutti supereroi come mio padre, tutti saldi e robusti, valorosi e degni di cose belle...
Ripenso a quanti anni ci è voluto per diventare autonoma dal loro giudizio,per imparare ad ascoltarli e ad abbracciarli ,per accettare e godere della loro amicizia quando non potevo avere il loro amore.
ripenso alle tante loro lacrime, che solo a me hanno donato...
Crescere è bellissimo perché si acquisiscono esperienze, perché si impara l'intimità e la cura reciproca.
Tra adulti, quando si incontrano adulti, c'é la delicatezza reciproca di chi, sopravvissuto alla vita, comprende che anche l'altro è un reduce e ha cicatrici e , magari, ferite ancora aperte.
E' una mattinata gelida a Roma. Una di quelle rare mattine d'inverno quando la tramontana sferza il viso e il cielo plumbeo minaccia non pioggia, bensì neve!
E, infatti, verso mezzogiorno le vie della città si coprono di una delicatissima coltre bianca e croccante, gelida e suggestiva.
Nonostante il freddo, le vie sono stracolme di persone imbacuccate, inguantate, insciarpate, berrettate, che corrono di qua e di là per lavoro o per diletto, o alla ricerca spasmodica di doni natalizi.
Nel vortice del freddo e degli impegni, lo sguardo cade, incredulo e vergognoso, sull'abitante miseranda di una panchina.
Avrà forse settant'anni, o forse è il gelo e la miseria a farla sembrare quasi vecchia. E' abbandonata su una panchina: una di quelle panchine fatte di aste di legno, che lasciano il segno sulla pelle, quando ti siedi d'estate seminudo.
Lei è lì, sdraiata, con la sua pelle inconfondibile da africana, il viso contratto dal freddo e le bianche palme delle mani strette ad una bottiglia di vino, unico conforto nel gelo di una città traditrice.
Lei è lì, sotto quei leggeri fiocchi di neve, che sembrano spilli sul leggero abito che la ricopre e sui suoi piedi...nudi!
Guardandola, nella mattina prenatalizia,il gelo sembra ancora più gelo e la miseria umana si raccoglie in quei piedi senza scarpe e nella fierezza selvatica persa chissà dove, chissà perché.
Ho pensato a lungo a una storia che mi avesse particolarmente colpito e che potesse rappresentare lo spirito del nuovo anno che inizia, alle festività appena trascorse, alle decine di banalità che si dicono in queste occasioni.
Ma ho di fronte una pagina bianca che ostinatamente non vuole riempirsi di parole...
La mia penna si rifiuta di perdersi nella retorica buonista dei grandi propositi, delle tristi storie, delle enormi mangiate...
Al contrario di ciò che dice la gente, io non ho mangiato più del solito in questo periodo, non sono ingrassata, non sono stata obbligata a tour familiari chiassosi e rischiosi, non sono stata costretta a fare regali a chi non volevo.
Le festività natalizie per me sono state un periodo rilassante, in cui ho provato a sciare per la prima volta in vita mia, in cui ho frequentato gli amici cari, in cui ho trascorso molto tempo con il mio compagno, per riprendere il filo emozionale, un pò disturbato dalle pressioni lavorative e dalle necessità del quotidiano.
In questo momento per me ciò che più rappresenta l'arrivo del nuovo anno sono due mie amiche in gravidanza.
Una ha 30 anni . E' una professionista in carriera e ha un marito che è un mammo. Aspetta un maschietto e , conoscendola, non poteva che aspettare un maschietto.
L'altra, invece, ha quarant'anni. Delusa forse dalle aspettative verso la carriera universitaria, ora è una eccellente insegnante di yoga. Ha trovato il suo amore , il suo "angelo", da tre anni , grazie ai moderni strumenti tecnologici.
La sua bambina nascerà in primavera e non poteva che essere una bambina...
Voglio aprire l'anno anche con due coppie vicine prossime al matrimonio.
Una coppia si sposerà fuori Italia, perché lei è straniera e , avendo 18 anni meno di lui, vuole la benedizione dei genitori e dei nonni, vuole sposarsi nel rispetto delle tradizioni del suo Paese.
L'altro sarà un matrimonio tra adulti, testimoni di Geova, già provati dalla vita.Arriveranno casti alle nozze e precari nel lavoro. La certezza per loro è l'amore e la Fede.
Qualcuno obietterà che ho dato voce solo a chi è gioioso, a chi ha progetti da realizzare...
E io ribatterò che solo la speranza e l'ottimismo consentono di far avverare i sogni e di non sabotare i desideri.
Buon Anno a chi legge. Buon Anno, in particolar modo, a chi ha paura , o è infelice, o è solo, o tutte e tre le cose.
Bruno cammina solo tra la gente frettolosa. E' quasi sera e nel precoce buio invernale, cerca di trovare sollievo al suo tormento.
Ancora una volta sente di esser stato un amico infedele, ancora una volta ha dovuto tradire la fiducia di qualcuno a cui vuole profondamente bene e la cui stima è per lui essenziale.
Marco è per lui ben più di un giovane collega: è un fratello d'elezione. Entrò nell'azienda qualche anno fa e ben presto Bruno lo prese a ben volere dapprima per la sua intelligenza brillante e per la sua disponibilità a faticare e, poi, per quel bisogno grandissimo di punti di riferimento che il giovane dimostrava di avere.
Lo aveva aiutato ad ambientarsi in città, lo aveva introdotto nel circolo sportivo che frequentava, lo aveva invitato spesso a cena in casa.
Anche sua moglie e i bambini si trovavano bene con lui, benché fosse un tipo un pò snob e solitario.
Già: Marco aveva moltissime qualità, ma mancava di umanità. Si affezionava moltissimo e si travolgeva di emozioni. Tuttavia non era sensibile di fronte alle esigenze degli altri, perché troppo concentrato su di sé.
Ma Bruno, così votato alla paternità, non aveva mai risentito di questo.
Il problema si era presentato di recente, quando aveva richiesto in azienda la collaborazione di Marco all'interno di un team altamente specializzato.
Il giovane aveva tutte le caratteristiche necessarie a svolgere un buon lavoro. Tuttavia mancava di collaboratività e di umiltà.
E il team aveva pesantemente risentito della sua presenza, tanto che Bruno si era trovato costretto a esonerarlo dall'incarico.
Marco era andato in mille pezzi per quella decisione dell'amico e collega.
Per lui era impensabile essere rifiutato in qualche cosa e, per giunta, da chi sosteneva di amarlo e stimarlo tanto.
Da quel giorno non aveva più voluto parlare con Bruno e aveva rifiutato ogni tentativo di contatto.
Da quel giorno sono trascorse settimane...
E oggi Bruno ha saputo che Marco ha chiesto il trasferimento in un'altra città...
Cammina con le mani sprofondate nelle tasche. Ha una gran voglia di fumare una sigaretta, anche se da anni non ne tocca più una.
Maledice se stesso per non aver previsto e prevenuto l'insuccesso del giovane. Maledice le responsabilità che lo costringono a pensare prima al bene dell'azienda...
Il trillo del suo telefono lo risveglia dai suoi pensieri:
"Papà, dove sei?E' da mezz'ora che ti aspetto !"
Non c'é più tempo di meditare. Beatrice, la sua piccolina, ha bisogno che la vada a prendere dopo la lezione di danza.
Quanto era meglio da ragazzo, quando le cose si sistemavano con una bella scazzottata riparatrice.
Ora sempre più si accorge che tutti gli strumenti tecnologici non fanno che aumentare la sensazione di lontananza, quando i rapporti si incrinano...
Caspita come sei carina oggi Sofia! Hai un vestitino proprio delizioso, che ti sta proprio bene addosso!"
La bambina arrossisce e si stringe nelle spalle per l'imbarazzo, mentre un sorriso tutto dentini da latte le illumina il visetto lentigginoso.
Sofia ha sette anni e un gran bisogno di conferme. In famiglia è la terza nipotina e, dunque, di solito viene ignorata, dal momento che tutte le attenzioni sono rivolte al suo cuginetto Riccardo e alle gemelline, poco più grandi di lei, figlie della zia Carla.
In più, ora è arrivato anche Francesco, il suo fratellino, che proprio la rende invisibile agli occhi di tutti.
Per questa ragione, l'inaspettato complimento dello zio Paolo riempie di gratitudine e gioia la piccola, che si sente presa in considerazione e vista e riconosciuta.
Così, per oggi, non avrà bisogno di piagnucolare per attirare l'attenzione di qualcuno, né avrà bisogno di nascondersi in qualche angolo per far notare la sua assenza.
Oggi, il giorno del compleanno di nonno Tino, sarà allegra e si godrà la festa, i pasticcini, i suoi cuginetti, gli zii e le zie, senza che quel magone consueto, le blocchi i pensieri e la gioia.
"Quanto poco ci vuole ai bambini per essere felici" considera tra sé lo zio, notando la gratitudine della nipotina.
"Quanto è bello quando un grande mi vuole bene e mi considera" riflette tra sé la bambina, gongolando di esser stata vista, nel suo vestitino giallo e rosa, che ora le sembra ancora più bello.
In più, ora è arrivato anche Francesco, il suo fratellino, che proprio la rende invisibile agli occhi di tutti.
Per questa ragione, l'inaspettato complimento dello zio Paolo riempie di gratitudine e gioia la piccola, che si sente presa in considerazione e vista e riconosciuta.
Così, per oggi, non avrà bisogno di piagnucolare per attirare l'attenzione di qualcuno, né avrà bisogno di nascondersi in qualche angolo per far notare la sua assenza.
Oggi, il giorno del compleanno di nonno Tino, sarà allegra e si godrà la festa, i pasticcini, i suoi cuginetti, gli zii e le zie, senza che quel magone consueto, le blocchi i pensieri e la gioia.
"Quanto poco ci vuole ai bambini per essere felici" considera tra sé lo zio, notando la gratitudine della nipotina.
"Quanto è bello quando un grande mi vuole bene e mi considera" riflette tra sé la bambina, gongolando di esser stata vista, nel suo vestitino giallo e rosa, che ora le sembra ancora più bello.

Sono le 19 passate.
Maurizio e Debora hanno avuto una giornata molto complicata. Impossibilitati a prendersene cura, sono riusciti a sistemare l'anziana madre di lui in una Residenza Sanitaria Assistita a circa 80 km dal loro domicilio.
Ma che incubo la burocrazia! Sono settimane che corrono di qua e di là, facendo lo slalom tra gli impegni lavorativi e quelli familiari.
E, poi, c'é lo stato d'animo, certo non allegro, di vedere come, da anziani, si venga privati della propria libertà, del proprio diritto a morire tra le proprie cose...
Sopratutto Debora sente forte un senso di ribellione contro il tabù della morte, contro l'ingiustizia e la prepotenza di dover sradicare le persone dalle loro sicurezze, per evitare che i familiari vengano accusati di chissà quale indifferenza...
La suocera proprio non voleva essere ricoverata: voleva che la lasciassero morire sola, tra le sue cose...
Alla fine si è lasciata convincere...
Ora tutto si è compiuto. E' già buio quando la coppia, spossata, decide di fare quattro passi distensivi sul lungomare.
Debora, in breve, sente la tensione scivolare via piano piano, mentre stringe la mano del compagno.
E' così bello il cielo, in cui le nuvole sono pallide di luna nascosta...
All'improvviso Maurizio esclama seccato: "Non si può stare mai in pace..."
"Che succede?" chiede lei sorpresa.
"Ma non lo senti questo rumore?"
"Quale rumore, scusa?"
"Questo frastuono, come un martello pneumatico..."
"La donna fa attenzione, tende l'orecchio e si accorge che, in effetti, da lontano arriva il rumore percepibile, ma non fragoroso, di qualcuno che sta trapanando.
Sorride nel prendere coscienza della loro profonda diversità: lei è subito pronta a tuffarsi nella gioia del momento.
Maurizio, invece, scivola perennemente in ciò che lo infastidisce, nella nota stonata.
E, ancora una volta oggi, si intenerisce per lui.

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