sabato 31 dicembre 2011


D.ssa Sarah Paluzzi
sarah_paluzzi@yahoo.it
 Psicologa dello Sviluppo e Counselor
 Scuola di Counseling Relazionale
Prevenire è Possibile
  http://www.prepos.it/ 

Counseling al Nido e dintorni…

Da tre anni sono in un  nido che ho visto nascere e crescere e la cosa mi rende piena di orgoglio. Adoro i bambini e avendoli seguiti dal primo anno fino ad ora, che è il loro ultimo di nido, mi da grande soddisfazione perchè ho potuto davvero vedere la crescita di un bambino nei suoi mille aspetti e nelle sue molteplici differenze e la sua apertura verso il mondo. E’ un bagaglio di esperienza enorme nei miei tre diversi aspetti, come psicologa dello sviluppo, come educatrice e come counselor; quanto utilizzo il metodo prepos durante le riunioni con i genitori o gli incontri individuali con loro!
 Tra i casi che presenterò, alcuni si riferiranno alla mia esperienza di Tata, altri a quella di Educatrice, di Counselor e di Psicologa dello Sviluppo :  è vero, cambia il contesto, ma il fulcro rimane sempre il rapporto tra la figura professionale e il bambino. In entrambi i casi, se si educa un bambino necessariamente si educherà anche il genitore e viceversa; si aiuta a modificare comportamenti o atteggiamenti che creano delle difficoltà verso un nuovo punto di vista, una nuova possibile modalità comportamentale ed emozionale”.  [1]




“Nasce un bambino ma nasce anche una mamma “

 
M., 6 mesi.
 La prima volta che incontro M., ha solo 6 mesi.
Viene al nido con la mamma. È la prima volta per entrambi; la mamma è agitatissima, inizia l’inserimento al nido (settimana in cui mamma e bambino trascorrono ogni giorno un periodo di tempo insieme per poi gradualmente allungare i tempi di distacco), portando ogni giorno tutta una serie di difficoltà che lei sembra riscontrare e soprattutto la convinzione che il bambino non riesca ad adattarsi perché,  al suo arrivo, lo trova sempre in lacrime.
Capisco che mi sta mettendo in difficoltà e che lo vuole fare intenzionalmente, perché la prima che non è pronta al distacco è proprio lei, presa dal senso di colpa perché deve obbligatoriamente tornare al lavoro.
Il bambino piange spesso e tanto, si calma solo se viene preso in braccio, ma, ovviamente, questo rapporto esclusivo in un nido non è possibile, quindi con lui inizio un processo di “allontanamento” per tappe: lui piange, mi siedo e lo metto tra le mie gambe, così lo contengo, e lo accarezzo, parlandogli a voce bassa.
 Nei giorni successivi, mi siedo accanto a lui e continuo a parlargli o a cantargli qualche canzone che possa distrarlo, nel frattempo cerco di introdurlo nel gruppo classe, perché possa osservare anche “altro” da sé, gli accarezzo la schiena e le mani per mantenere un contatto fisico, e continuo a non prenderlo in braccio.
 Successivamente,  tornerò ad essere più dinamica nella stanza e a chiamarlo e a richiedere un contatto visivo ogni volta che tornerà a piangere. Sapere che ci sono alla fine riesce a tranquillizzarlo, riesce a costruirsi la certezza della mia presenza e del mio intervento qualora lo richiedesse.
M. rappresenta una personalità adesiva, cerca sempre l’attenzione e con la madre ha un rapporto simbiotico che ha rischiato di minare l’entrata del piccolo al nido se non fossi intervenuta oltre che sul bambino anche su di lei.
Avevo notato che la mamma tendeva a sminuire il mio operato, dicendo che se il bambino piangeva dipendeva dal fatto che non ero capace di consolarlo, di accudirlo; avrei potuto offendermi e creare un conflitto continuo con lei, ma, alla fine, chi ne avrebbe risentito? Il bambino. Ho pensato di intervenire modificando il suo vissuto emozionale attraverso una modalità comunicativa che le permettesse di spostare l’attenzione dalla sua paura e preoccupazione alla tranquillità e l’accoglimento. Ho iniziato ad accoglierla, spegnendo ogni sua tensione, ogni sua preoccupazione lasciando che si sfogasse, che piangesse e che me ne dicesse di tutti i colori, poi, una mattina che è piombata al nido senza alcun preavviso, le ho  fatto vedere il piccolo che dormiva serenamente e a quel punto si è davvero tranquillizzata. Ho potuto così gratificarla, laddove voleva sentirsi gratificata, perché “nasce un bambino ma nasce anche una mamma” e lei aveva bisogno di sentirsi dire che stava facendo le cose per bene  e poi ho così potuto farle vedere la situazione sotto una forma diversa, ponendola ad una giusta distanza da sé, mettendo in discussione alcune sue convinzioni, senza che si sentisse attaccata o sminuita.
Ora, mamma e bambino sono assolutamente sereni; lei continua ad avere episodi di ansia e preoccupazione (e immediatamente me ne accorgo dall’instabilità emotiva del bambino), ma ha imparato a chiedere e a confrontarsi e, insieme troviamo sempre la soluzione più giusta per tutti.
 


[1]Laurea in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso Università “La Sapienza” di Roma
Iscrizione all’Albo degli Psicologi del Lazio con nr 9266

Tipologia di formazione : Psicopatologia dell’adolescenza presso Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Training AutogenopressoIAF, Istituto Alta Formazione, Roma;  Conduttrice di corsi pre-parto e di preparazione alla nascita e alla genitorialità”presso Ospedale “Fatebenefratelli” Roma,
Counselor presso Scuola Triennale Transteorica per Counselor “PREPOS, Roma

Principali Attività : educatrice presso Centro di Pronta Accoglienza per minori IPAB “Sacra Famiglia”( accoglienza minori e gestione della routine del centro) e presso Asilo nido, Roma(programmazione di attività di routine per bambini);Psicologa presso Servizio Trasfusionale dell’Ospedale G.B.Grassi, Roma(Sensibilizzazione alla donazione del sangue presso le scuole elementari e medie della circoscrizione di Ostia).
Psicologa Coordinamento e relatrice del corso “Assistere un Malato cronico o un disabile grave: tecniche comunicative e analisi dei bisogni” presso I.C. “G. Parini”, Ostia, Roma
Psicologa dello Sviluppo presso Casa Famiglia per ragazze, Istituto del Sacro Cuore del Verbo Incarnato, Roma (Colloqui individuali, incontri di gruppo e di equipe)
educatrice responsabile sezione “piccoli”( programmazione di attività per bambini 3 – 12 ), sezione “medi”( programmazione di attività per bambini 12- 24 ), sezione “grandi”( programmazione di attività per bambini 24-36 ) presso Asilo Nido, Roma  

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