giovedì 20 dicembre 2012



Si racconta che Prakash era un sant’uomo ed era molto fiero di esserlo. Desiderando vedere Dio, fu ovviamente felice quando il Signore gli parlò in sogno: "Prakash, vuoi davvero vedermi?"."Certo che lo voglio" rispose Prakash con fervore.
" È il momento che ho tanto atteso. Mi basterebbe vederti anche solo per un attimo"."Così sarà, Prakash. Sulla montagna lontana da tutto e da tutti, io ti abbraccerò".
Il giorno seguente Prakash, il sant’uomo, si svegliò eccitato, dopo una notte agitata. La vista della montagna e il pensiero di vedere Dio a faccia a faccia lo faceva quasi camminare ad un palmo da terra.
Poi cominciò a pensare con ansia che cosa avrebbe potuto portare in dono a Dio. Di certo il Signore si aspettava un regalo, ma che cosa poteva portargli che fosse degno di lui? "Ho trovato!", pensò Prakash. "Gli porterò il mio bel vaso nuovo. Non ha prezzo e gli piacerà... Ma non posso portarglielo vuoto. Dovrò metterci dentro qualcosa".
Pensò a lungo e intensamente a che cosa mettere nel suo vaso pregiato. Oro? Argento? Diamanti o altre gemme? Dopo tutto, Dio stesso aveva creato tutte queste cose ed era dunque degno di un dono molto più prezioso.
"Ma certo!", pensò infine. "Regalerò a Dio le mie preghiere! Ecco che cosa si aspetterebbe da un uomo come me. Le mie preghiere, il mio aiuto e i miei servigi agli altri, le mie elemosine, penitenze, sacrifici ed opere buone...".
Prakash era ora al colmo della gioia per aver scoperto esattamente ciò che Dio si sarebbe aspettato e decise di aumentare le preghiere e le opere buone, e di tenerne conto in maniera molto particolare. Durante le settimane successive, per ogni preghiera e ogni opera buona pose nel suo vaso una pietra lucente.
Quando il suo vaso fosse stato pieno fino all’orlo, lo avrebbe portato sulla montagna e offerto a Dio. Alla fine, con il prezioso vaso colmo di pietre lucenti fino a traboccarne, Prakash si diresse verso la montagna.
Ad ogni passo continuava a ripetersi ciò che avrebbe detto a Dio: "Guarda, Dio: ti piace il vaso prezioso? Spero di sì. Sono sicuro che sarai felice di tutte le preghiere e le opere buone che ho accumulato in tanto tempo per offrirle a te. Ti prego, ora abbracciami".
Prakash continuò ad affrettarsi su per la montagna, dove aveva appuntamento con Dio.
Ripassando ancora il proprio discorso e tremando per l’aspettativa, arrivò ansimante alla vetta. Ma dov’era Dio? Non si vedeva nessuno. "Dio! Dove sei, Dio? Mi hai invitato qui e io ho mantenuto la parola. Eccomi, ma tu dove sei? Non mi abbandonare. Ti prego, mostrati!".
In preda alla disperazione, il sant’uomo si accasciò al suolo e proruppe in lacrime.
Poi, improvvisamente, udì una voce che risuonava dalla nubi:"Chi c’è laggiù? Perché ti nascondi alla mia vista? Tu sei Parkash, vero? Non riesco a vederti. Perché ti nascondi? Che cosa hai messo tra noi?".
"Sì, Dio. Sono io, Prakash. Il tuo sant’uomo. Ti ho portato questo bel vaso. Dentro c’è tutta la mia vita. L’ho portato per te!".
"Ma io non ti vedo. Perché devi nasconderti dietro quell’enorme vaso? Non ci vedremo mai in questo modo! Non vedo l’ora di abbracciarti, perciò gettalo via. Toglimelo da davanti! Buttalo via! Fallo ruzzolare giù!".
Prakash non credeva alle proprie orecchie. Rompere il vaso prezioso e buttare via tutte le pietre luccicanti? "No, Dio. Non il mio bel vaso. L’ho portato apposta per te. L’ho riempito di tutta la mia....".
"Buttalo via Prakash. Dallo a qualcun altro, se vuoi, ma liberatene! Io voglio abbracciare te, Prakash. Io amo TE!" .

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