Neva Biagiotti
Counselor Relazionale Prepos
3... 4... 5..... autobiografia!
In genere tutte le insegnanti della scuola dell’infanzia e anche molte mamme e nonne, conoscono bene le possibilità che la pasta di sale offre ai bambini e alle bambine di questa età.
La pasta di sale non è costosa, è semplicissima da preparare e se tenuta in un contenitore chiuso o in un sacchetto, si mantiene per moltissimo tempo.
Come si prepara? Stessa quantità di farina e sale impastata con acqua fino ad avere una pasta morbida ma compatta, non troppo molle per evitare fastidiose incollature alle mani e conseguente impossibilità operativa.
Per bambini e bambine è già divertente e affascinante vedere l’adulto che prepara questo materiale semplicissimo: è un adulto in veste diversa, un adulto che vedono fare qualcosa di concreto e reale per loro e in tempi visibilissimi. E’ la soddisfazione di avere ognuno il panetto di pasta da manipolare. Sono bravissime/i ad aspettare ordinatamente il loro turno: hanno visto bene la grande quantità, sanno che ce n’è per tutti in un loro calcolo approssimativo e personalissimo. Poi basta rassicurare chi ne ha bisogno!
E’ veramente educativo questo spettacolo e questa attesa: è una sequenza temporale realissima che si snoda davanti agli occhietti trepidanti, è una promessa concreta mantenuta concretamente. E’ quella sequenza temporale che porta ad un qui ed ora operativo e personale. Questi sono tutti elementi importantissimi per scrivere la loro autobiografia: è il vedere aprirsi gradualmente uno scenario in cui si aprono tante possibilità e tanti essere se stessi con preferenze e risorse. Nessun copione perché la pasta di sale è duttile anche nelle possibilità. Un bell’input no, per scrivere la propria autobiografia sul campo! Poi se ci organizziamo bene può essere impastata personalmente da ogni bimbo e bimba muniti di contenitore e ingredienti: il gusto dell’esperienza si moltiplica così un’infinità di volte e basterà solo ritoccare la consistenza al bisogno.
Per i bambini e le bambine più tendenti all’ansia, la pasta di sale è un buon materiale, duttile che non fa resistenza, molto plasmabile e quindi tranquillizzante, rassicurante. Poi il manufatto può essere lasciato asciugare fino ad essiccatura completa e quindi perdere il proprio essere grezzo diventando quello che era stato progettato che fosse, con la pittura, il completamento e la definizione con i particolari: insomma rimane di proprio gradimento perché può diventare anche ordinato e preciso, gestibile, ma con tanto senso di responsabilità perché può rompersi se cade per terra quando ormai è consolidato.
Per i bambini e le bambine sempre carichi, sempre in movimento, in tensione, è un formidabile calmante perché su di essa si scarica la tensione, è un essere in movimento ma più soft, che lascia spazio anche alla responsabilità di un piccolo progetto personale operativo, alla creatività, al piacere dell’impegno, alla tranquillizzazione con il manipolare scarica-tensione. Più difficile imprimere alla creazione tutto quel dinamismo ritenuto ottimale: ma piccoli e piccole hanno la fantasia e il gioco dalla loro parte e quindi il modo di muovere e animare si trova sempre.
Per i bambini e le bambine creativi/e e ricchi/e d’intuizione, è un invito a nozze perché è la materia che si fa progetto, è l’idea che si concretizza: importante la vicinanza dell’adulto per circoscrivere e aiutare a rendere fattibili le idee ardite, troppo verticali magari, con grossi rischi di cadute e incidenti. E si apre una comune ricerca di soluzioni per ovviare a problemucci, una ricerca che si spande a volte a macchia d’olio con l’aiuto di amici ed amiche, rendendo quelle ideazioni solitarie, ideazioni partecipate, con un’impronta sociale, quasi un invito all’umiltà dell’accogliere gli apporti altrui.
Per i bambini che inseguono solo il gusto di divertirsi e in modo pieno ma poco profondo, in un mordi e fuggi continuo verso il gusto maggiore, la pasta di sale è un fermarsi, lasciarsi trasportare dalle percezioni sensoriali e chissà che questo manipolare di gusto non porti ad un progetto più lungo del gustare; chissà che la possibilità di seccare, colorare, non porti ad un assaggio di permanenza, di rimanere nel tempo. E poi da non tralasciare il gusto di un assaggino, tanto contiene solo elementi naturali che possono solo risultare un poco salati nell’insieme.
Per piccoli e piccole pigri, difficili da motivare, la pasta di sale rappresenta elemento di gran facilità: è molto manipolabile per cui si lavora con poco sforzo e anche se non vogliamo sforzarci troppo, basta fare palline che poi possono formare collane o braccialetti, modellare serpentelli che si prestano anche per la costruzione di chioccioline, e se siamo proprio stanchissimi, unire in una grossa palla da colorare come fosse un vero pallone. Con bambini e bambine sempre bisognosi di input di partenza e di costanza, può essere utile mescolare già alla pasta di sale o colori naturali tratti dalla cucina o un gocciolino di tempera, così si elimina per loro la possibile pittura vissuta come ulteriore “fatica” e nello stesso tempo si rende la pasta ancora più attraente e invitante.
Per piccoli e piccole chiusi ed introversi, la pasta di sale è uno stare con se stessi, nel proprio mondo, ma è anche un aprirsi graduale e garbato, non invasivo. Si getta l’occhiatina a quello che stanno facendo compagni o compagne vicine, si chiede timidamente, si avviano relazioni anche se in modo molto soft... ma intanto si assaggia l’apertura all’altro. E’ anche un’apertura congeniale, che sa di descrittività: non occorre mettersi in campo senza veli...parliamo delle cose che abbiamo nelle manine, senza la paura di uscire dal guscio, siamo su un terreno ricco,ma neutro. E poi che soddisfazione connotare il manufatto secondo la propria sensibilità! E che possibilità di sostegno offre all’adulto per aumentare sicurezza!
Per i bambini e le bambine che dipendono dall’adulto o da amici/amiche del cuore, che hanno il pensiero a casa, alla mamma, la pasta di sale offre la possibilità di scaricare su un oggetto quella tensione affettiva, di preparare qualcosa per le persone care. Con l’aiuto educativo dell’adulto saranno invitati a strutturare ancora di più questa attenzione all’oggetto esterno da sé, con inviti concatenati del tipo “cosa possiamo mettere ancora? Cosa possiamo fare per renderlo ancora più bello? Ecc...” in modo che apprezzi il beneficio di essere più creativo e libero dai legami in cui si stringe.
E anche per loro, è possibile un assaggino: il poter gustare li sazia anche se quel gusto salato sarà poco gradito a chi cerca sempre dolcezza.
Quindi evviva la pasta di sale che ha il sapore della semplicità e della plasmabilità, è economicissima e sazia un poco tutti i bisogni: d’altra parte i bisogni sono diversi e personali, ma la necessità di rimanere legati al concreto, allo sperimentabile con facilità e sicurezza, all’uso dei sensi, accomuna tutti i bambini e le bambine di questa fascia d’età.
E’ proprio un bell’aiuto nello scrivere la propria originale, personale autobiografia.... è un pezzettino del puzzle delle possibilità.
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