Al volante della propria vita
(Counseling Autobiografico On Line)
Carmela Mantegna
Carmela Mantegna
“….devo ancora lavorare sulla mia insicurezza e sull'eccessivo peso del giudizio altrui,…“


Ciao!
Per quanto riguarda l'autostima, bisogna inserire le marce secondo la situazione, a volte la prima basta, ma ci sono momenti in cui devi correre più forte altrimenti ti tamponano.
A volte, bisogna andare anche in folle : lasciarsi andare senza tanta fatica.
Questa metafora della macchina rende l'idea?
Immagina di essere al volante della tua vita, stai attenta alla strada che devi percorrere, quando puoi mettere la freccia per sorpassare, quando devi fermarti e quando devi accelerare.
Vai avanti sicura!
Il segreto sta nel riconoscere se stessi come dono per sè e per gli altri.
Nessuno è migliore o peggiore degli altri, ognuno è di per se stesso un valore assoluto.
Avanti! Avanti! Avanti!
Ti regalo una bellissima riflessione di Osho :
Ricordati : Io sono !
Dovunqueti trovi, ricordati che tu sei.
Questa coscienza del fatto che tu sei dovrebbe essere sempre presente.
Non si tratta del tuo nome, della tua classe sociale o della tua nazionalità o di cose futili, assolutamente inutili. Ricordati semplicemente di questo: "Io sono".
Non dimenticarlo mai, mentre cammini, mentre stai seduto,quando mangi, quando parli, ricordati : "Io sono".
E’ difficile e faticoso.
All’inizio continuerai a dimenticarlo, ci saranno solo brevi istanti in cui ti sentirai illuminato e poi, non te ne ricorderai di nuovo.
Vai avanti, tutte le volte che puoi ricordartelo, riprendi contatto con questo filo.
Quando te ne dimentichi, non arrabbiarti, ricordatene di nuovo e ben presto gli spazi diminuiranno, gli intervalli cominceranno a scomparire, ci sarà una continuità.
E ogni volta che la tua coscienza diventa costante, non hai più bisogno di ricordartelo.
Allora, non ci sarà più bisogno di alcuna pianificazione, allora, tu agirai a partire della tua coscienza, non a partire dal tuo stato mentale.
Allora, non ci sarà più bisogno di scuse né di spiegazioni ; in quel momento tu sarai ciò che tu sei, non ci sarà niente da nascondere.
Chiunque sei, tu sei. Non puoi fare nient’altro.
Tu puoi solamente essere in uno stato continuo di richiamo di te stesso.
Da questo ricordo di sé, da questo riconoscimento, proviene la religione autentica e la vera moralità.
E’ ciò che gli Indù chiamano il richiamo di sè stessi, ciò che Budda ha definito come vero ricordo di sè, ciò che Gurdjieff aveva l’abitudine di chiamare il richiamo a sé, ciò che
Krishnamurti chiama coscienza.
E’ la sostanza della meditazione ricordarsi che: "Io sono".
Tu non hai bisogno di ripetere mentalmente : "io cammino". Se lo ripeti, non significa ricordarsi. Tu devi essere cosciente in maniera non verbale che : "io cammino, mangio, parlo, ascolto ".
Qualunque cosa tu faccia, l’ "Io" interiore non deve essere dimenticato ; deve rimanere .
Non è essere cosciente di sè. E’ la coscienza dell' "Io".
Essere cosciente di sé fa parte dell’ego. La coscienza dell’ "Io è « asmita », purezza ; è semplicemente essere cosciente del fatto che "Io sono".
Solitamente, la tua coscienza è diretta verso l’oggetto. Tu mi guardi; la tua coscienza tutta intera si gira verso di me come una freccia.
Ma tu sei rivolto verso di me. La coscienza dell’ »Io » significa che tu devi avere una doppia freccia, una parte girata verso di me, l’altra verso di te.
Krishnamurti chiama coscienza.
E’ la sostanza della meditazione ricordarsi che: "Io sono".
Tu non hai bisogno di ripetere mentalmente : "io cammino". Se lo ripeti, non significa ricordarsi. Tu devi essere cosciente in maniera non verbale che : "io cammino, mangio, parlo, ascolto ".
Qualunque cosa tu faccia, l’ "Io" interiore non deve essere dimenticato ; deve rimanere .
Non è essere cosciente di sè. E’ la coscienza dell' "Io".
Essere cosciente di sé fa parte dell’ego. La coscienza dell’ "Io è « asmita », purezza ; è semplicemente essere cosciente del fatto che "Io sono".
Solitamente, la tua coscienza è diretta verso l’oggetto. Tu mi guardi; la tua coscienza tutta intera si gira verso di me come una freccia.
Ma tu sei rivolto verso di me. La coscienza dell’ »Io » significa che tu devi avere una doppia freccia, una parte girata verso di me, l’altra verso di te.
Una doppia freccia è il richiamo di se stessi .
(Osho, The Empty Boat et Yoga: The Alpha & Omega)

Ricorda sempre che sei unico, esattamente come tutti gli altri. (Anonimo)
Nessun commento:
Posta un commento