PREVENIRE E' POSSIBILE
Il sostegno

Per sollevare gli altri è necessaria l'umiltà. Sostenere non significa "dar carica" (quello è incoraggiare) anche se spesso tali termini sono utilizzati come sinonimi.
Il sostegno è un rapporto fondato sulla discrezione e sulla disponibilità al sacrificio di qualcosa di sé per favorire un'altra persona.
Chi sostiene non è mai in vista, sta alle spalle del soggetto da sostenere: la qualità del sostegno è tanto maggiore quanto meno il sostenitore è apertamente visibile. Infatti, se chi sostiene si sostituisce alla persona da sostenere, gli fa perdere forza perché lo fa apparire incapace.
Il sostegno può essere aperto e dichiarato solo se diventa comunicazione di fiducia e investimento sulle capacità dell'altro. L'aperto sostegno non può mai esprimere dubbi sulla riuscita di chi viene sostenuto: se chi sostiene esprime le sue paure o titubanze invece che sostenere, abbandona o, addirittura, avversa.
Chi sostiene non è mai in vista, sta alle spalle del soggetto da sostenere: la qualità del sostegno è tanto maggiore quanto meno il sostenitore è apertamente visibile. Infatti, se chi sostiene si sostituisce alla persona da sostenere, gli fa perdere forza perché lo fa apparire incapace.
Il sostegno può essere aperto e dichiarato solo se diventa comunicazione di fiducia e investimento sulle capacità dell'altro. L'aperto sostegno non può mai esprimere dubbi sulla riuscita di chi viene sostenuto: se chi sostiene esprime le sue paure o titubanze invece che sostenere, abbandona o, addirittura, avversa.
La comunicazione di sostegno è, a volte, silenziosa: una presenza concreta e fiduciosa è più efficace di molte parole.
Comunicare sostegno significa saper sorreggere le difficoltà, le sofferenze ed anche la disperazione.
Sostenere impedisce il cedimento della vita mentale di chi ha già subito grandi o piccoli crolli.Sostenere richiede una grande nobiltà d'animopoiché è la comunicazione e l'azione educativa più impegnativa e meno gratificante: chi sostiene non vede risultati della sua fatica se non quelli del mancato peggioramento delle condizioni di chi si aiuta.
L'azione di sostegno può anche significare mettere le basi per un valido orientamento: quando il sostegno è rivolto a un soggetto depresso (che rivolge la sua aggressività contro se stesso), il fatto di sentire qualcuno al suo fianco, muto e paziente, appare come una garanzia che quel momento nero avrà termine e consente un dialogo di orientamento che fa rinascere la fiducia nel futuro.
Il processo di tale dialogo non assume,infatti alcuna modulazione di tipo persuasivo, non è né convincente né insistente, non è ripetitivo o penetrante (a fronte di tali comunicazioni si ottiene solo un indubbio rinforzo dell'aggressività reattiva che, nel caso del depresso, è rivolta verso di sé e si può dar luogo a seri danni).
L'azione di sostegno può anche significare mettere le basi per un valido orientamento: quando il sostegno è rivolto a un soggetto depresso (che rivolge la sua aggressività contro se stesso), il fatto di sentire qualcuno al suo fianco, muto e paziente, appare come una garanzia che quel momento nero avrà termine e consente un dialogo di orientamento che fa rinascere la fiducia nel futuro.
Il processo di tale dialogo non assume,infatti alcuna modulazione di tipo persuasivo, non è né convincente né insistente, non è ripetitivo o penetrante (a fronte di tali comunicazioni si ottiene solo un indubbio rinforzo dell'aggressività reattiva che, nel caso del depresso, è rivolta verso di sé e si può dar luogo a seri danni).
La modulazione della comunicazione deve essere estemporanea, disordinata e frammentaria: è il soggetto che così potrà far suo un filo logico sottinteso alle parole, riempiendo i vuoti ed usando la sua logica interna per unificare il messaggio frammentario.
Sostenere una persona in difficoltàoffre alla persona fiducia nel suo successo; saper guardare negli occhi e saper soffrire con lui fino a quando trova la via per uscire dalla sua difficoltà, superando le confusioni ed i conflitti interni, è una delle forme più alte di disponibilità ed aiuto.
Sostenere ha sempre la stessa modalità sia nel rivolgersi ad un ragazzo che sta facendo scena muta ad un'interrogazione, sia di fronte ad una confusione interiore che ha preso il sopravvento ed ha creato un ingorgo mentale di idee da cui non si può raccapezzarsi.
La trasmutazione della rabbia(o della depressione) in controllo richiede una attenzione ancora più puntuale. Quando il soggetto bersaglio di un intervento di pedagogia speciale è in forte stato di eccitazione è necessario porre la massima attenzione a non contraddirlo mai. Il "no" deve essere escluso dal vocabolario dell'artigiano dell'educazione.
L'emersione della volontà di agire con maggiore equilibrio e autocontrollo è determinata dalla calma dell'educatore, che pur non dando ragione al ruminante lo sostiene poiché gli fa comprendere che capisce la sua sofferenza. È questo sostegno che indurrà il ruminante a verbalizzare la sua aggressività dando sfogo a tutti i suoi improperi ed alla sua disperazione.
Un bimbo arrabbiato che protesta veementemente e che gode del fatto di trasmettere la sua tensione agli altri (costringendo la mamma ad accontentare il suo capriccioso bisogno di eccitazione) può essere contenuto standogli a fianco, sostenendo la sua necessità ma orientandolo a capire che la sua esagerazione può essere pericolosa.
Sostenere ha sempre la stessa modalità sia nel rivolgersi ad un ragazzo che sta facendo scena muta ad un'interrogazione, sia di fronte ad una confusione interiore che ha preso il sopravvento ed ha creato un ingorgo mentale di idee da cui non si può raccapezzarsi.
La trasmutazione della rabbia(o della depressione) in controllo richiede una attenzione ancora più puntuale. Quando il soggetto bersaglio di un intervento di pedagogia speciale è in forte stato di eccitazione è necessario porre la massima attenzione a non contraddirlo mai. Il "no" deve essere escluso dal vocabolario dell'artigiano dell'educazione.
L'emersione della volontà di agire con maggiore equilibrio e autocontrollo è determinata dalla calma dell'educatore, che pur non dando ragione al ruminante lo sostiene poiché gli fa comprendere che capisce la sua sofferenza. È questo sostegno che indurrà il ruminante a verbalizzare la sua aggressività dando sfogo a tutti i suoi improperi ed alla sua disperazione.
Un bimbo arrabbiato che protesta veementemente e che gode del fatto di trasmettere la sua tensione agli altri (costringendo la mamma ad accontentare il suo capriccioso bisogno di eccitazione) può essere contenuto standogli a fianco, sostenendo la sua necessità ma orientandolo a capire che la sua esagerazione può essere pericolosa.
L'orientamento è, infatti, funzionale al controllo ed all'autocontrollo: il ruminante, nel pieno della tensione distruttiva o autodistruttiva, è incapace di rendersi conto dei segnali che, attraverso la l'emozione della paura, lo avvertono dei rischi. La rabbia lo conduce ad una forma di incoscienza che lo rende, al momento, impavido; l'orientamento silenzioso e guardingo gli trasmette la prudenza. Gli guarda le spalle. Il bimbo non vuol dormire e il suo pianto è rabbioso perché pretende di continuare a stare sveglio in braccio alla madre: il rombo di un camion che passa sotto casa o il buio misterioso fuori della finestra, fatti notare dalla mamma, lo inducono alla mansuetudine perché la mamma lo protegge da ogni possibile timore.
Così egli recede dalla carica capricciosa che lo agitava. Così si determina un ridimensionamento che fa sbocciare qualche timido pensiero di limitatezza e di accettazione. Tale spazio di ispirazione, non intuitiva ma esclusivamente emotiva, porta in contatto con il sé attraverso il sostegno silenzioso ed orientante. Poco vale discutere e confutare le argomentazioni e fronteggiare la snervante alterigia di chi si è perso nella confusione mentale, è molto più efficace una presenza chiara ed inequivocabile che parla con un controllatissimo ed inibito linguaggio di sottili sensazioni.
La comunicazione di sostegno è allusiva, mai diretta. E' un feed-back alle comunicazioni di chi è sostenuto su una lunghezza d'onda molto più sottile e profonda dei suoi ragionamenti: conferma costantemente l'altro ma le risposte sono su un piano preverbale.
Laddove qualunque avvicinamento o ricerca di accordo sembra impossibile e la dove la logica evapora, non c'è spazio per discriminare tra giusto e sbagliato, c'è solo lo spazio per confermare che si comprende il motivo di tanto distacco e di tanta ricerca.
Il ragazzo che gioca con il suo computer e che cerca di mostrare quanto è bravo, saltando da una schermata alla successiva senza lasciare il tempo di comprendere i processi a cui tiene dietro, entrerà in un altro gioco se si sentirà dire: "So perché fai tutta questa fatica e mi piaci per questo!".
L'avvocato un po' svitato che si parla addosso con guizzi di ingegno e battute sagaci cercando una "spalla" alle sue facezie insensate, può essere sorretto da un gesto o un pensiero rivolto alla sua persona, con delicatezza e penetrazione profonda. Ciò gli consente di operare una ricomposizione dei diversi tasselli della sua esperienza personalizzandola. Il sostegno si attua, in questo caso, tenendo ferma la sua attenzione su qualche elemento.
L'avvocato un po' svitato che si parla addosso con guizzi di ingegno e battute sagaci cercando una "spalla" alle sue facezie insensate, può essere sorretto da un gesto o un pensiero rivolto alla sua persona, con delicatezza e penetrazione profonda. Ciò gli consente di operare una ricomposizione dei diversi tasselli della sua esperienza personalizzandola. Il sostegno si attua, in questo caso, tenendo ferma la sua attenzione su qualche elemento.
Quando si incontra una persona in preda alla confusione mentale ed alla confusione di sentimenti, è inutile e controproducente cercare di "distrarla" dai suoi pensieri. Al contrario occorre esprimere segnali che richiedono la concentrazione, possibilmente urgente, su qualcosa.
Quando si incontra un soggetto che non tiene più dietro ai suoi pensieri, che farfuglia parole sconnesse e senza senso, occorre far concentrare la sua attenzione su una parola, una espressione, un comportamento che, in qualche modo, abbia una risonanza per lui ed aumentare la sua valutazione di importanza di quella parola, gesto o azione.
Si può cogliere l'occasione della prima parola che egli dice riferita (anche casualmente) ad un oggetto, una scritta o qualunque elemento presente nell'ambiente insistendo sulla ripetizione, sulla osservazione più accurata, su qualche comportamento che l'ambiente inequivocabilmente gli richiede con pedanteria fino a promuovere in lui un'azione. Spesso la confusione scompare (o diminuisce) quando la persona è fisicamente impegnata in qualcosa.
Si può cogliere l'occasione della prima parola che egli dice riferita (anche casualmente) ad un oggetto, una scritta o qualunque elemento presente nell'ambiente insistendo sulla ripetizione, sulla osservazione più accurata, su qualche comportamento che l'ambiente inequivocabilmente gli richiede con pedanteria fino a promuovere in lui un'azione. Spesso la confusione scompare (o diminuisce) quando la persona è fisicamente impegnata in qualcosa.
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